RITRATTI DI UN “VENTENNIO”: UN LIBRO RACCONTA I “PARAVENTI” DIETRO CUI SI NASCONDE LA VIOLENZA DEL SACRO
35518. ROMA-ADISTA. Un titolo ironico, Paraventi sacri, che fa riferimento all’opportunismo di tanti prelati ad alle potenti protezioni all’ombra delle quali sono nate e cresciute molte delle carriere dei più influenti ecclesiastici della Chiesa cattolica contemporanea; ma che intende anche sottolineare l’operazione di mistificazione o occultamento che, grazie alla protezione garantita dai “recinti del sacro”, ha consentito - o legittimato - censure e punizioni, connivenze e complicità, violenze e sopraffazioni. E un sottotitolo, Il “ventennio” della Chiesa cattolica dietro il ritratto dei suoi protagonisti, che fa invece riferimento al complessivo progetto di restaurazione ecclesiastica portato avanti con lucida determinazione sotto il pontificato wojtyliano e ratzingeriano. Paraventi sacri. Il “ventennio” della Chiesa cattolica dietro il ritratto dei suoi protagonisti (Di Girolamo editore, 2010, pp. 155, euro 13,50: il libro può essere richiesto, senza spese di spedizione aggiuntive, anche ad Adista, tel. 06/6868692; fax 06/6865898; e-mail: abbonamenti@adista.it; oppure acquistato online sul sito www.adistaonline.it), racconta di tutto questo ed anche di altro. Ma lo fa da un’ottica diversa e originale. L’autore, Valerio Gigante, redattore di Adista e collaboratore di MicroMega, ha voluto infatti proporre una complessiva ricostruzione storico-critica delle vicende che hanno riguardato la Chiesa recente; non cimentarsi in un saggio politico-ecclesiale; piuttosto, come scrive nella sua introduzione, “raccontare la pluralità delle voci, dei percorsi, delle opere e delle omissioni, dei fatti e misfatti degli ‘uomini chiave’ del pontificato wojtyliano e di quello ratzingeriano”. Come si trattasse di una trama, attraverso la quale far emergere con chiarezza l’unità del disegno restauratore perseguito dalla gerarchia ecclesiastica.
Il volume è costituito da una galleria di brevi ritratti, “biografie rigorosamente ‘non autorizzate’”, che spaziano dagli esponenti della Curia vaticana (Ratzinger, Ruini, Bertone, Betori), a vescovi particolarmente significativi dell’episcopato italiano degli ultimi anni (Giordano, Pierro), a figure chiave della reconquista vaticana dell’America Latina (Pio Laghi, Lopez Trujllo, Marcial Maciel). Vicende e percorsi “di una serie di esponenti della gerarchia cattolica alla ribalta delle cronache ecclesiali e politiche degli ultimi 20-25 anni, in Italia e non solo”. Tasselli di un puzzle che, posti uno a fianco all’altro, rivelano in tutta la sua drammatica unitarietà “la lunga marcia (indietro) che ha portato la Chiesa cattolica uscita dal Concilio Vaticano II verso l’attuale stagione di intransigente conflitto con la modernità”. Il che non esclude (il libro lo sottolinea con chiarezza) che già sotto il pontificato di Paolo VI vi fossero le premesse di quella involuzione che la Chiesa avrebbe vissuto nei decenni successivi. Ma il processo di rinnovamento postconciliare aveva allora (e fino circa alla metà degli anni ’70), le proporzioni di un fenomeno di massa ed ebbe la forza, “lentamente e faticosamente (e nonostante forti resistenze curiali)” di trasformare “pratiche e modi di pensare vecchi di secoli”.
Oggi, lo si capisce bene dallo scorrere dei “ritratti”, la Chiesa sembra invece tornare a mostrare un’identità monolitica, una centralizzazione dei poteri ed una verticalizzazione della sua struttura che, se da una parte paiono garantirle il controllo capillare rispetto a qualsiasi forma di pluralismo, ancor più che di dissenso, dall’altra hanno portato all’affermazione di una ‘classe dirigente’ (cardinali, vescovi, teologi), “fedele alla gerarchia, ma lontana mille miglia dalla profezia”. Ma è proprio qui il punto: nel libro emerge infatti con chiarezza che, al di là delle apparenze, le contraddizioni, anche in seno alla Chiesa cattolica, esistono. E continuano ad operare, seppure sottotraccia. Queste contraddizioni, prima o poi, verranno alla luce. Specie se i “paraventi” che le coprono verranno finalmente rimossi. Anche perché il fuoco del rinnovamento conciliare ancora cova sotto le ceneri della normalizzazione. E se, come dice Dante nel Paradiso, “poca favilla gran fiamma seconda”, l’impegno di tanti “cristiani adulti”, la presenza nella Chiesa di preti, religiosi, comunità, semplici credenti (talvolta anche di qualche esponente della gerarchia) che, nonostante tutto, continuano a camminare nel solco di quel rinnovamento profeticamente tracciato, ormai quasi 50 anni fa, dal Concilio Vaticano II, testimonia che la partita è ancora tutta da giocare.
Il volume è costituito da una galleria di brevi ritratti, “biografie rigorosamente ‘non autorizzate’”, che spaziano dagli esponenti della Curia vaticana (Ratzinger, Ruini, Bertone, Betori), a vescovi particolarmente significativi dell’episcopato italiano degli ultimi anni (Giordano, Pierro), a figure chiave della reconquista vaticana dell’America Latina (Pio Laghi, Lopez Trujllo, Marcial Maciel). Vicende e percorsi “di una serie di esponenti della gerarchia cattolica alla ribalta delle cronache ecclesiali e politiche degli ultimi 20-25 anni, in Italia e non solo”. Tasselli di un puzzle che, posti uno a fianco all’altro, rivelano in tutta la sua drammatica unitarietà “la lunga marcia (indietro) che ha portato la Chiesa cattolica uscita dal Concilio Vaticano II verso l’attuale stagione di intransigente conflitto con la modernità”. Il che non esclude (il libro lo sottolinea con chiarezza) che già sotto il pontificato di Paolo VI vi fossero le premesse di quella involuzione che la Chiesa avrebbe vissuto nei decenni successivi. Ma il processo di rinnovamento postconciliare aveva allora (e fino circa alla metà degli anni ’70), le proporzioni di un fenomeno di massa ed ebbe la forza, “lentamente e faticosamente (e nonostante forti resistenze curiali)” di trasformare “pratiche e modi di pensare vecchi di secoli”.
Oggi, lo si capisce bene dallo scorrere dei “ritratti”, la Chiesa sembra invece tornare a mostrare un’identità monolitica, una centralizzazione dei poteri ed una verticalizzazione della sua struttura che, se da una parte paiono garantirle il controllo capillare rispetto a qualsiasi forma di pluralismo, ancor più che di dissenso, dall’altra hanno portato all’affermazione di una ‘classe dirigente’ (cardinali, vescovi, teologi), “fedele alla gerarchia, ma lontana mille miglia dalla profezia”. Ma è proprio qui il punto: nel libro emerge infatti con chiarezza che, al di là delle apparenze, le contraddizioni, anche in seno alla Chiesa cattolica, esistono. E continuano ad operare, seppure sottotraccia. Queste contraddizioni, prima o poi, verranno alla luce. Specie se i “paraventi” che le coprono verranno finalmente rimossi. Anche perché il fuoco del rinnovamento conciliare ancora cova sotto le ceneri della normalizzazione. E se, come dice Dante nel Paradiso, “poca favilla gran fiamma seconda”, l’impegno di tanti “cristiani adulti”, la presenza nella Chiesa di preti, religiosi, comunità, semplici credenti (talvolta anche di qualche esponente della gerarchia) che, nonostante tutto, continuano a camminare nel solco di quel rinnovamento profeticamente tracciato, ormai quasi 50 anni fa, dal Concilio Vaticano II, testimonia che la partita è ancora tutta da giocare.