mercoledì 26 maggio 2010

UNA PROFESSIONE DI FEDE

UNA PROFESSIONE DI FEDE

 

P.    Accogli, o Signore, la nostra professione di fede.

Noi crediamo in Te, o Dio datore della vita.

 

T  Tu ci sei venuto incontro amorosamente

e ci  hai indicato la Tua volontà e le Tue vie

nella persona, nella storia, e nelle scelte di Gesù.

 

1.     Questo Gesù di Nazareth, nato in terra di Galilea,

in una regione disprezzata e semipagana,

cresciuto ed educato nella casa di Maria e Giuseppe,

è oggi per noi il luogo più significativo da Te scelto

per rivelare la Tua presenza e il Tuo amore.

2        Come i figli del popolo di quella terra

egli trascorse gli anni dell’infanzia e della giovinezza

in una famiglia numerosa

come tante altre in Israele.

Nella preghiera aprì il suo cuore a Dio.

T  Crebbe tra casa, lavoro e sinagoga

tra gli amici e la gente del villaggio.

Dalle labbra di Maria e di Giuseppe

ascoltò le testimonianze del suo popolo.

Nelle parole dei profeti trovò la luce.

1        Alla scuola del Battista maturò nuovi orizzonti,

nella sinagoga di Nazareth annunciò il tempo ormai presente

in cui Dio opera la liberazione degli oppressi.

2        I ciechi recuperano la vista, gli zoppi camminano,

i lebbrosi guariscono, i sordi odono, i morti risuscitano

e la bella gioiosa notizia è annunciata ai poveri.

 

1        In quei giorni sulle polverose strade della Palestina

si fece amico dei peccatori e andò a mensa con loro,

a Cana brindò con gli sposi, condividendo la loro gioia.

2        Si indignò davanti a chi chiedeva segni e miracoli,

si commosse e pianse per la morte di Lazzaro,

parlò con amore alla prostituta di Samaria.

 

1        Come partecipò al gioco spensierato dei fanciulli

e cantò le giulive canzoni del suo popolo,

così condivise l’emarginazione dei più deboli,

la solitudine dei lebbrosi e dei maledetti della terra.

2        Ai poveri annunciò il regno di Dio, la Sua vicinanza,

facendo della sua vita quotidiana in mezzo a loro

un segno di condivisione concreta e di speranza.

Ai ricchi presentò l’esigenza radicale di cambiar vita.

T  Egli, amico di chiunque era solo, emarginato, disperato,

parlò di Te come del Padre comune, suo e nostro;

ci svelò con la vita e con le parabole il Tuo amore,

fu uomo di preghiera e ci insegnò a pregarTi di cuore.

 

1        Per lui Dio era come una tenera madre

che tutti e tutte accoglieva nel Suo amore.

Gli piaceva sorridere, ed ancor più abbracciare.

Le donne lo sentirono amico ed alleato.

2        Il suo passaggio fu come una semina

di gioia, di fiducia e di speranza.

Il calore delle sue mani infondeva salute,

la luce dei suoi occhi liberava dall’angoscia.

 

T  Egli, profeta povero, mite ed appassionato

non pensò mai di avere l’esclusiva di Te;

anzi, parlò sempre di Te, o Dio vivente,

come di una sorgente per tutte le creature.

 

1        Ma attorno a lui crebbe l’opposizione dei potenti,

contro di lui si scatenò l’ira dei sommi sacerdoti

e le persone pie lo giudicarono un sovvertitore.

2        Fu sulla terra come un raggio della Tua luce, o Dio;

come un faro che illuminava nuovi sentieri di vita,

ma molti congiurarono per spegnere quella luce.

 

1        Sembrò, anzi, che le tenebre avessero il sopravvento,

ma Tu, o Padre-Madre, lo hai amato a tal punto

da donargli la vita nuova della risurrezione.

2        Hai costituito quest’uomo Tuo figlio prediletto,

lo specchio che riflette per noi il Tuo volto:

egli è la strada che ci conduce alla Tua volontà.

T  Noi crediamo in Te, o Dio di Gesù e Dio nostro.

Possa la nostra vita seguire le orme di quest’uomo

che Tu hai scelto e guidato perché portasse l’evangelo

e fosse un segno vivente di Te in mezzo al mondo.

 

 

(Franco Barbero 1986)