venerdì 4 giugno 2010

MISSIONE AFGHANISTAN?

Riporto alcune considerazioni di Luigi Bonanate comparse su l'Unità del 3 giugno:

"E' difficile comprendere come faccia il ministro degli Esteri Frattini a continuare a definire l'impresa una missione di pace. La pace sarebbe andarsene. Ma abbandoneremmo così gli afgani a loro stessi? Li restituiremo, nella migliore delle ipotesi, alla situazione in cui erano prima dell'11 settembre 2001: dopo di allora hanno conosciuto occupazione, bombardamenti ed esplosioni, che dovevano servire dapprima a stanare Bin Laden e il mullah Oman e poi, non avendoli trovati, a punire il governo afghano. I due turni elettorali che sono stati imposti alla società afghana hanno portato al vertice un presidente, Karzai, le cui due successive elezioni hanno lasciato un'infinità di dubbi e che ora sta cercando di percorrere l'unica strada possibile per pacificare, bene o male (ma esser vivi è meglio che essere uccisi) il Paese: l'accordo con i talebani. Dei quali è bene avere chiaro due cose: senza di loro l'Afghanistan è ingovernalbile e non sono, per definizione, degli assassini. Si tratta di un'equazione che dobbiamo imparare. Ci aiuterebbe anche a risparmiare".