martedì 1 giugno 2010

SENZA PENSIERO

(...) Stiamo vivendo una mutazione della civiltà simile per importanza a quella che ci fu quando la scrittura subentrò alla tradizione orale tale da cambiare il nostro modo di vivere e di pensare. Con l'abbondanza dei mass media, delle informazioni che ci arrivano a ogni ora del giorno, che ci riempiono le orecchie e la memoria, diminuirà l'esercizio della riflessione, del pensiero, dello spirito poetico e profetico. Già oggi uno di noi che si dedichi a questa attività intellettuale appare un po' fuori dalla modernità, un po' perditempo, un po' estraneo al partito del fare, come lo chiama il capo del nostro governo, preferibile a quello del pensare e del sognare. Saremo più bravi, più intenti a produrre bisogni e desideri superflui, e più ricchi di informazioni inutili e ripetitive.
La marea dell'informatica, degli operatori robotici elettronici, del silicio arricchito, dei computer di quarta o di quinta generazione, la sbornia di tecniche e di calcoli ci esenterà dalla filosofia. Eppure rimane in noi il pensiero di vivere un grande inganno, una retrocessione umana scambiata per un passo decisivo verso l'immortalità e la divinità; dico il brutto presentimento di un'inevitabile punizione, di uno scoperto inganno per tutto ciò che ci viene donato con una mano ma tolto con l'altra: le favole splendide dell'immaginazione tradotte nei colori sgargianti e volgari dei cartoni animati, gli spettacoli della televisione pieni di tutti i cattivi gusti, l'arte oratoria sostituita dal parlar facile e volgare della pubblicità. (...)

Giorgio Bocca
(da:  http://espresso.repubblica.it/dettaglio/poche-parole-senza-pensiero/2127408/18)