domenica 6 giugno 2010

SQUALLORE

Nulla di nuovo per me in tutto  ciò che Report ci ha svelato sulla finanza vaticana. Ma resta il fatto che la multinazionale cattolica è sempre più sporca, sempre più coinvolta in affari….

 

         Report, dopo lo scandalo di Affittopoli, ha messo la lente anche sul patrimonio immobiliare di Propaganda Fide, una delle società immobiliari del Papa, forte di beni per 8 miliardi gestiti per anni dal Cardinale Crescenzio Sepe, che nel 2001 aveva tra i suoi consiglieri Angelo Balducci, il gentiluomo di Sua santità coinvolto nelle inchieste sul “sistema” Anemone. Lo stesso costruttore si è occupato di diversi lavori sulle case dell’ente, molte delle quali sono finite in affitto a personaggi della politica e dello spettacolo o vendute loro a prezzi sospetti. Come quella girata all’ex ministro Pietro Lunardi per un prezzo, ristrutturazione compresa, di 3,32 milioni contro un valore reale secondo Report di 8 milioni.

         Propaganda Fide gode di vantaggi fiscali su questi beni come l’esenzione dall’Ici per quelli usati non esclusivamente per fini commerciali (basta celebrarvi una messa all’anno….). La città di Roma “perde” ogni dodici mesi – secondo i calcoli di Report – 60 milioni mentre lo Stato non ne incassa 400-600. La Chiesa usufruisce di esenzioni erariali sulle donazioni, paga il 50% delle imposte con gli enti ecclesiastici (tra Ires e Irap siamo a 500 milioni di risparmi l’anno) e incassa circa 250 milioni di contributi statali per l’organizzazione di grandi eventi. Dai contribuenti italiani riceve 1 miliardo grazie all’8 per mille. Solo il 20% di questa montagna d’oro, secondo i calcoli di Attilio Nicora, Cardinale presidente dell’amministrazione della Santa sede, viene usato per iniziative di carità. Il 35% va al sostentamento del clero  e il 45% a esigenze di culto. La Chiesa nel 2009 ha speso 9 milioni in spot per promuovere l’8 per mille e ne ha destinati 7 in tutto per i terremotati di L’Aquila e Haiti. (e.l.