venerdì 2 luglio 2010

IL CORAGGIO DI GUARDARE IN PROFONDITA’

Riporto da Adista del 19 giugno questo intevento di don Lorenzo Blasetti sulle cause strutturali dei mali della chiesa.

 

La "tolleranza zero" delle gerarchie nei confronti dei preti che hanno commesso gravi reati non è una risposta cristiana al problema della pedofilia nel clero. Sembrerebbe piuttosto una strategia elaborata di fretta per inseguire e assecondare l'opinione pubblica, furiosa in seguito all'esplosione dello scandalo, e per recuperare i consensi persi. Il Vangelo, infatti, invita a non scagliare "la prima pietra" sul peccatore, ma a perdonarlo e incoraggiare in lui una profonda conversione. Allo stesso modo, il "frastuono" dei "tifosi" – che parteggiano "per la loro squadra a prescindere" e che, nel caso della pedofilia ecclesiastica, hanno acriticamente fatto quadrato intorno a Benedetto XVI – non rende giustizia della saggezza delle Scritture. Infatti, se è vero che "siamo tutti con il papa", questo non significa che dobbiamo considerarlo come una "vittima incolpevole di una situazione grave e drammatica"; anzi, in quanto pastore del gregge cattolico occorre spingerlo a guidarci "finalmente verso un autentico rinnovamento della Chiesa". La riflessione è del parroco di Santa Rufina di Cittaducale (dicesi di Rieti), don Lorenzo Blasetti, intervenuto sul tema il 30 maggio scorso con una lettera al periodico dei dehoniani Settimana. Già il 25 aprile scorso il parroco, sempre dalle colonne di Settimana, aveva denunciato il fallimento delle politiche ecclesiastiche, radicate sempre più nelle "parole" delle gerarchie che nella Parola del Vangelo (v. Adista n. 39/10).

Ancora una volta don Blasetti punta dritto alle cause strutturali della crisi della Chiesa che, afferma, "sta franando semplicemente perché essa è costituita ancora da una massa di gente non evangelizzata e, tutt'al più, solo indottrinata". Il risultato, intollerabile secondo il parroco, e "una sacramentalizzazione senza una vera e coerente evangelizzazione". E la "gravissima colpa" di questo stato di cose ricade necessariamente su "coloro che nella chiesa hanno responsabilità a vari livelli". Quelle stesse gerarchie che lanciano strali contro i "dissidenti", considerati non fermento e invito al miglioramento, ma "nemici di Dio", perche "critici" con la Chiesa, e non si rendono conto "che le forze degli inferi operano dentro la Chiesa stessa".

Tra gli "errori" commessi dalla dottrina cattolica, secondo don Blasetti, il celibato obbligatorio occupa sicuramente un posto d'onore. Considerato che la legge sul celibato per i preti di rito latino "è nata nell'XI secolo per varie e non tutte edificanti ragioni", e che "la Chiesa non vive di norme ma di Vangelo", occorre chiedersi se la Chiesa "non si sia privata, e non continui a farlo, di ottimi uomini che avrebbero potuto essere ottimi sacerdoti senza il vincolo di questa legge". Non si concretizza forse un grande tradimento – si chiede il parroco -  se questa legge della Chiesa "finisce per vincolare Dio stesso costringendolo a dare il carisma del sacerdozio insieme a quello del celibato? 'Date a Dio quel che è di Dio', altrimenti, senza neppure farcene un problema, con la nostra presunzione rischiamo di dare all'umanità pure farcene un problema, con la nostra presunzione rischiamo di dare all'umanitò l'immagine di un Dio che contraddice se stesso: nella Chiesa cattolica orientale lui è 'libero' di dare questi due carismi in maniera separata o congiunta lasciando che il suo Spirito soffi come e dove vuole". (Gianpaolo Petrucci)