giovedì 1 luglio 2010

L'OPERA COMUNE E' RESPONSABILITA' COMUNE

Luca 10, 1 - 12
 
Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sè in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: "La messe è molta ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perchè mandi operai per la sua messe. Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi, non portate borsa, nè bisaccia, nè sandali e non salutate nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perchè l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il Regno di Dio. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite: Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il Regno di Dio è vicino. Io vi dico che in quel giorno Sodoma sarà trattata meno duramente di quella città."
 
Luca 10, 17 - 20
 
I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: "Signore, anche i demoni si sottomettono a noi nel Tuo nome". Egli disse: "Io vedevo Satana cadere dal cielo come la folgore. Ecco io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico, nulla vi potrà danneggiare. Non rallegratevi però perchè i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli".
 
 
 
La pagina del Vangelo di Luca che ora abbiamo letto è estremamente originale. Non si tratta della "missione dei dodici" che tutti i Vangeli sinottici ci ricordano con alcune caratteristiche comuni. Qui l'evangelista ci parla di un invio di "settanta(due) altri discepoli", della loro "attrezzatura" disarmante, delle difficoltà del loro compito e dell'esito della loro missione.
Si tratta di un progetto teologico che ci è illustrato attraverso un racconto che ha quasi i colori della cronaca.
Mi soffermerò su due soli pensieri tra i mille che questa pagina ci suggerisce.
 
 
LIBERTA' E RESPONSABILITA'
 
Noi siamo stati abituati/e a leggere in questi versetti, mediante un vistoso travisamento della realtà e del significato del testo, l'esplicito incarico di Gesù a persone prescelte e designate a "predicare il Vangelo".
Siccome il cristianesimo si andò molto presto clericalizzando, si interpretò questo passo biblico come l'istituzione del sacerdozio e il conferimento di un compito e di "potere" ad un numero ben selezionato di persone.
Nel terzo e quarto secolo l'operazione era ormai compiuta: era così nato il clero, la casta sacerdotale, con la progressiva distinzione e separazione tra "sacerdozio" e "popolo".
Il Vangelo fa a pezzi questa concezione.
Chiunque cerca di vivere la sequela di Gesù, chiunque si mette davvero sulle tracce del Nazareno, è chiamato/a a testimoniare con la vita e ad annunciare con la parola il messaggio del profeta di Nazareth.
Se il Vangelo è diventato insignificante, se la routine e il dogmatismo hanno soffocato la novità dirompente del messaggio, ciò è dovuto soprattutto al fatto che esso è stato sequestrato al popolo di Dio e consegnato a dei "funzionari" esclusivamente maschili, che lo hanno addomesticato e reso funzionale al consolidamento del loro potere.
Non è più il "Vangelo del Regno di Dio", ma la dottrina di una istituzione ecclesiastica.
Ecco perchè è necessario, se vogliamo che il cristianesimo ritrovi la sua sorgente d'acqua viva, che l'impegno, la libertà e la responsabilità della testimonianza della vita e della predicazione ritornino ad essere opera comune di tutto il popolo di Dio.
Ciò non significa affatto negare il servizio dei pastori nella Comunità, ma rimettere al cento la responsabilità comune, la ricchezza di ciò che donne e uomini vivono e possono comunicare.
Ma oggi, con l'aria che si respira dentro l'istituzione cattolica capillarmente controllata dalla gerarchia, anzichè responsabilizzare tutti e tutte verso questa consapevolezza dell'impegno comune, si clericalizzano i laici con il risultato, scrive Vittorio Mencucci (Adista 5 giugno 2010), "di fare dei laici la brutta copia dei preti".
Per essere onesti fino in fondo, bisogna anche sentire l'altra campana. Infatti è pur vero che là dove resistono spazi di libertà, spesso molti credenti lasciano volentieri che continui la solita canzone clericale.
Tutti e tutte dobbiamo crescere nella capacità di prenderci le nostre responsabilità e anche, come pastori, di imparare a fare qualche passo indietro.
La gioia di una comunità e la fecondità della Parola di Dio non possono realizzarsi senza questa condivisione reale della "Missione".
 
EQUIPAGGIAMENTO ULTRA LEGGERO
 
"Non portate nè borsa, nè sacca.......". Lo abbiamo sentito, detto e predicato mille volte, ma forse non ci è ancora entrato nel cuore.
Se abbiamo alle spalle secoli di "chiesa imperiale", se anche oggi la nostra istituzione ufficiale tiene e cerca di consolidare alleanze potenti e di gestire immensi affari (pensiamo a Propaganda Fide), allora davvero è segno che non crediamo che la Parola di Dio possa aprirsi un varco e toccare i cuori.
Se continuiamo a cercare strumenti potenti, immagini grandiose e seduttive, se cerchiamo di garantirci un posto nel futuro ed una efficacia nel presente secondo la logica delle grandi potenze, abbiamo tradito questa consegna di Gesù.
Questa "povertà di mezzi" non è questione di contorno: fa tutt'uno con il messaggio, ne è parte integrante, è decisiva.
Questo equipaggiamento ultraleggero ci permette di fare affidamento su Dio e, nello stesso tempo, ci rende più facilmente compagni di viaggio di coloro che sono i più deboli e le meno fortunate della carovana.
 
Ti benedico, o Dio
 
Ti benedico, o Dio,
per i giorni in cui
riesco a credere
che nella povertà delle cose
e nell'umiltà delle persone
Tu sei presente
nelle vie del mondo.
Aiutami ad essere fedele
a questo sentiero
sulle tracce di Gesù.