mercoledì 11 agosto 2010

DEVONO TENERNE CONTO

La realtà dei gruppi di gay e lesbiche credenti, dentro le varie chiese cristiane è un fiume in piena crescente, inarrestabile. Moltissimi gli omosessuali che, senza far parte di questi gruppi, continuano il loro cammino di fede. Persino le gerarchie cattoliche, tra passi all'indietro, doppiezze e ambiguità (un capolavoro di ambiguità è il volumetto "Fede e omosessualità" della diocesi di Torino) sono costrette ad entrare in qualche modo in dialogo con gli omosessuali e le lesbiche.
Del resto ciò che sta avvenendo nella società "costringe" persino alcuni settori della gerarchia cattolica a "rivedere" le consuete durezze. Ovviamente tutto avviene con un riferimento ai documenti vaticani, letti in modo manipolato e falso, per far credere che la chiesa ufficiale è sempre stata accogliente… È umoristico, ma è il loro modo per dire che sono fedeli alla tradizione e nello stesso tempo aperti al dialogo.
Se il vescovo di Parma ha incontrato il gruppo Arco, se a Cremona qualcosa si muove, è perché il lavoro di base cresce in modo impressionante. Io sono letteralmente "sopraffatto" dal numero crescente di gay, lesbiche e transessuali che incontro, specialmente nel gruppo "Un piccolo cammino cristiano" di Torino e che sono interessati ad un serio percorso di fede.
Come non benedire Dio? Certo, l'emarginazione non è affatto finita, ma – come vado scrivendo da molti anni – si tratta di un cammino umano ed evangelico irreversibile per il quale dobbiamo continuare a lavorare, pregare, lottare.