Carissimo,
il tuo percorso documenta, con precisione e con dolore, lo squallore dell'istituzione clericale che forse è oggi uno dei più grandi impedimenti ad un gioioso cammino di fede. Apprezzo la coerenza e l'onestà con cui hai compiuto le tue scelte, liberandoti da questa prigione.
Anch'io, se posso fraternamente accennarti al mio lungo cammino, ho dovuto fare i conti con questo scandalo. Solo la fiducia in Dio e la vicinanza affettuosa di tante persone mi hanno permesso di perseverare. Ora il mio piccolo ministero è tutto intento a guardare nella direzione del Vangelo.
Per fortuna, come tu stesso sottolinei, esiste una chiesa "altra", fatta di donne e di uomini spesso emarginati, scomunicati, sospettati: essi mi hanno indicato la strada delle beatitudini e, tra mille contraddizioni, a volte mi riesce di percorrere un tratto.
E sai che cosa sto constatando? Il mondo è pieno di gente in ricerca, di persone umiliate dall'arroganza dei gerarchi, di uomini e donne che desiderano parlare e dialogare con qualcuno per riprendere il filo di una fede che non calpesti l'umanità.
Non so quale sarà il tuo cammino, ma intanto hai fatto chiarezza: Dio e la chiesa molte volte sono dei perfetti estranei. Il proverbio direbbe: "Il diavolo e l'acqua santa".
Carissimo, se un giorno giungerà alle tue narici il profumo del "fiore della fede", forse potrai trovarti già a casa tua perchè la fede cresce nei più vari spazi dell'amore. In ogni caso essere autenticamente umano ogni giorno è il più bell'augurio che io sappia farti. Grazie del tuo affetto e della tua vicinanza.
Ti abbraccio forte forte.
don Franco