Caro Don Franco Barbero,
Chi Le scrive è un ragazzo etero di 30 anni che negli anni si è allontanato dalla chiesa cattolica cercando altrove risposte spirituali quando la massima Istituzione dei fedeli si è dimostrata diversa da quel bene naturale che, da giovane religioso, riconoscevo in larga parte della comunità. Quando la dottrina ha preso le distanze dalla carità Cristiana, quando la risposta alla preghiera dei fedeli di accoglienza è stata la chiusura, quando ai propri peccati la chiesa non è più stata Chiesa ma Stato Sovrano e non suddito dell'energia positiva e solidale che tutti unisce nel mistero della coscienza, come molti anch'io ho smesso di guardare la croce sulla cupola e ho guardato l'amore che tutto pervade. Poi, infine, il fiore della Fede, che continuo a considerare un dono, si è spento.
Prima di sapere di Lei, avevo perso anche la fede negli uomini di chiesa, la fede con la minuscola, ossia la fiducia nella propensione al Bene che tanti piccoli e straordinari uomini all'interno dell'Istituzione continuano a perseguire nonostante il Vaticano abbia ridotto il Vangelo a mero strumento di propaganda ideologica. Spesso a caro prezzo, come nel Suo caso.
La ringrazio di riconoscere Dio nel senso di Bene che è in ogni uomo come propensione naturale dell'essere umano.
Spero la risposta di affetto e vicinanza di molti Le sia di conforto e che in ogni figlio spirituale che raccoglie trovi un germoglio prezioso che sostenti la Sua perseveranza.
Con affetto e stima,
D. M.