lunedì 16 agosto 2010

PARLANDO DEL SINODO VALDESE


In genere i miei amici valdesi non sono proprio dalla parte di Lucio Malan, cioè tradizionalisti di ferro e quindi guardano al prossimo Sinodo con speranza e anche con un pizzico di preoccupazione.
Ho accettato di rispondere ad alcune domande postemi da Serena Corfù.
D) Come valuta l'appello dei tradizionalisti?
R) Sono, a mio avviso, una piccola parte della chiesa valdese e metodista e soprattutto una gran parte di altre confessioni cristiane protestanti. Il problema non si pone tanto dentro la chiesa valdese, ma soprattutto nelle relazioni ecumeniche. I membri, assai numerosi, che provengono dalle chiese africane e asiatiche hanno spesso una lettura biblica ed una pastorale assai tradizionali rispetto sia all'omosessualità sia alla dogmatica cristologica. Ma, ovviamente, non si può fuggire davanti a questioni serie ed urgenti.
D) E quindi?
R) Quindi ho fiducia che si troverà il modo di confrontarsi tra fratelli e sorelle con inevitabili tensioni, ma con la voglia di non operare rotture irreparabili. La chiesa valdese ha nella sua storia tesori di saggezza che l'aiuteranno. Io personalmente penso che sia un bel momento, un necessario passaggio per la chiesa valdese e metodista. Infatti sull'omosessualità si discute da decenni, almeno nella chiesa valdese, ma poi… quando si tratta di passare ai fatti… ci si ferma. Le positive provocazioni che quest'anno sono arrivate al Sinodo, "costringono" a muoversi verso una decisione.
D) Che cosa prevede?
R) Rispondo con un augurio, una ipotesi. Ovviamente non posso fare previsioni. Spero che si vada oltre la costituzione della ennesima commissione sinodale (che pure ci vorrà). Voglio dire che, a mio avviso, il Sinodo potrebbe sollecitare le singole comunità (organi collegiali e pastore/a) ad esprimersi e ad esperimentare nuove forme di accoglienza anche liturgica delle coppie omosessuali per un triennio per poi giungere ad una presa di posizione sinodale.
D) Dunque, don Franco, Lei vede un futuro che si apre al soffio dello Spirito, che è il Dio dell'amore e della libertà.
R) Certamente: ho un'immensa fiducia nell'azione di Dio e ritengo che il cammino della piena accoglienza delle donne e degli uomini omosessuali abbia bisogno, per chi lo desidera, di questo passo che è già comune in molte chiese protestanti, unitariane… un po' in tutto il mondo. Sempre di più mi accorgo che le chiese dormirebbero se non ci fossero delle persone e delle comunità "provocatrici" come è successo a Trapani e Marsala.
D) E questa volta non si parlerà solo di omosessualità…
R) Lei ha ragione. Il punto più caldo forse sarà la cristologia: come interpretare Nicea, Costantinopoli, Calcedonia e anche Efeso? Sono i temi che oggi stanno al centro della ricerca storica, ermeneutica ed esegetica… Nella prossima settimana  vorrei segnalare alcuni degli Autori e delle Autrici che ci sollecitano non a ripetere delle formule dogmatiche, ma a reinterpretare e riesprimere in modi nuovi e provvisori la fede che gli Autori di quei secoli ritennero di testimoniarci nel linguaggio del loro tempo.