venerdì 10 settembre 2010

ABBAGLI DI IERI E DI OGGI

Aver individuato nel comunismo il male radicale è stato un abbaglio che non ha consentito alla Chiesa di capire che il nemico vero era l'opulenza capitalistica che porta con sé il consumismo e la corruzione dei costumi, i quali, a lungo andare, disfano il tessuto sociale, l'attenzione al prossimo, spingendo fino al parossismo, individualismo ed egoismo.

Il secondo errore, se così possiamo esprimerci, è quello di aver ridotto l'etica a "morale sessuale" in un tempo in cui, con l'introduzione degli anticoncezionali, la sessualità veniva separata dalla procreazione, che per la donna non era più un destino, ma una libera scelta. Il crollo di questo tabù, che era un caposaldo nell'educazione cristiana, ha reso l'etica cristiana "pat-etica" di fronte alla tecnica, e incapace di spostare il suo sguardo dai "principi" ai "fini" che con i mezzi tecnici si possono raggiungere.

Se per esempio una coppia vuole avere un figlio, che male c'è? E che importanza ha se, non potendolo avere per via naturale, lo genera per via artificiale, omologa o eterologa che sia? Se in Africa c'è sofferenza e tanto dolore per l'Aids, che male c'è, per una morale che ha insegnato l'amore come quella cristiana a usare questi così deprecati preservativi? Se guardiamo i fini, allora non occorre accanirsi sui mezzi che la tecnica mette a disposizione. Altri errori ancora la Chiesa dovrebbe riconoscere per trovare i giusti rimedi, ma la pagina è finita (Umberto Galimberti, Venerdì).