venerdì 10 settembre 2010

LA MIA RISPOSTA

Cara Alessia,

non sono per nulla quella persona che tu dipingi con caratteri così elogiativi, ma so che le tue parole vengono da un cuore sincero e solidale. Ne farò tesoro per continuare giorno dopo giorno il mio piccolo lavoro di relazione con tante, tantissime persone.

Anche a me la parola omosessualità suona come deviante, incompleta, inespressiva e, come te, penso in termini di omoaffettività. Uso il vocabolo "omosessualità" perchè esso è parte del "linguaggio sociale", ma la sento stretta.

Capisco la tua ostilità crescente verso la chiesa gerarchica ufficiale che troppo spesso è disumana, oppressiva, negatrice della libertà. Io nella chiesa non conto nulla, però ogni giorno constato che finalmente molte persone sanno che Dio non si identifica con l'istituzione ecclesiastica. Questo mi dà tanta speranza. Se la mia fede dipendesse dai "palazzi vaticani" sarei uno degli atei più convinti. Semmai guardo a quella parte di chiesa che davvero opera per la giustizia e la fraternità. Non per nulla Gesù fu crocifisso dai politici e dai religiosi del suo tempo. Tutto sommato costituiscono la stessa cricca che odia i profeti e si crede l'altoparlante di Dio. E poi, cara Alessia, credenti e non credenti (tanto per usare categorie vere, ma un po' troppo tagliate come il formaggio) possiamo e dobbiamo lavorare, sognare, progettare, vivere e amare in vista di un mondo più giusto e più felice. Davanti a te c'è una vita intera: quanti semi di bontà, di tenerezza, di solidarietà potrai spargere... E' nella vita di ogni giorno che si può spargere un po' di amore e di fiducia. Sono vecchio, ma non ho cessato di guardare avanti e, come credente, penso che il vento soffia ancora, che il vento di Dio e il "soffio caldo" dell'amore di milioni di donne e di uomini non andranno perduti.

Vivere è bello, bellissimo e altrettanto impegnativo. Se ascolti le voci del creato, il tuo cuore sarà sempre caldo anche nelle ore più fredde e buie.

Ti abbraccio con affetto.

          don Franco