giovedì 25 novembre 2010

LA MIA RISPOSTA

Gentile Signor Zoccarato,

ho dedicato nei miei libri molta attenzione a questo tema e le esprimo quali sono le mie opinioni che credo oggi largamente condivise dalla ricerca cristologia più rigorosa. Nulla di mio. Le ho imparate da centinaia di studiosi e studiose.

  1. Secondo queste ricerche, Gesù escludeva perentoriamente di essere Dio, ma acquistò progressivamente coscienza di aver ricevuto da Dio una missione profetica (non necessariamente messianica in senso del dogma cristiano). Gesù era e si sentiva una creatura. La dottrina delle due nature, intese ontologicamente, ha cancellato la visione "funzionale".

Per me la divinità ontologica di Gesù sarebbe la negazione della mia fede. Gesù è il maestro della mia vita perché ha cercato e testimoniato la volontà di Dio in continua conversione.

  1. Sulla seconda domanda, il discorso redazionale delle Scritture è evidente. Nel Secondo Testamento c'è uno spostamento "cristocentrico", ma Gesù era teocentrico. Non mi metterò a fare la battaglia dei versetti o a discutere della retorica giovannea, ma i cristiani, come dice Barbaglio, non hanno mai fatto di Gesù un secondo Dio alla pari del Dio in cui credeva il nazareno. Essi non hanno mai abbandonato il monoteismo ebraico, anche se alcuni passi giovannei lo incorniciano in una luce divina (altri nello stesso Vangelo lo mettono in totale dipendenza da Dio, senza curarsi di questa aperta contraddizione). La separazione progressiva dall'ebraismo ha aperto la strada alla divinizzazione e alla lettura della Bibbia in chiave cristologia.
  2. Se Lei ripercorre le opere di Kung, Schillebeeckx, Gianotto, Mauro Pesce e soprattutto l'attuale ricerca sul dogma cristologico e trinitario (di cui nel mio blog do ampia segnalazione come nella bibliografia di alcuni miei scritti) vedrà come il processo di divinizzazione è lungo e travagliato. Se c'è stato bisogno di Nicea, Costantinopoli e Calcedonia per "fabbricare" questi dogmi… è segno che fu molto difficile far digerire alle comunità questa "imbalsamatura" di Gesù nel Cristo divino…

Mi scuserà la brevità, ma nella mia biblioteca ho almeno duemilaseicento volumi di cristologia e non posso certo mettermi ora a citarli.

Nemmeno dopo Calcedonia le cristologie cessarono di essere plurali. Penso che Lei conosca bene le opere di Josè Maria Vigil, specialmente "Teologia del pluralismo religioso" e le opere di Leaners e Song, tradotte anche in Italiano.

Mi scuso ancora per la brevità dei miei accenni, ma premono centinaia di altre lettere.

Per me ogni passo verso il Gesù storico, di cui non potremo mai sapere tutto, è un aumento della fede in Dio e un accrescimento dell'amore per il nazareno. Che Dio ci aiuti soprattutto a seguire le tracce di Gesù nel nostro vivere quotidiano. Conoscere per amare.

Un caro saluto

            don Franco