Umberto De Giovannangeli riferisce su L’Unità del 28 dicembre:
Un inferno svelato. Da chi è riuscito a fuggirne. Un inferno che lascia segni indelebili nel fisico e nella mente. Un universo di sofferenza analizzato dal gruppo Physicians for Human Rights-Israel (Phr) in un recente rapporto di cui l'Unità ha preso visione nella sua versione più aggiornata. I rifugiati africani che attraversano il deserto del Sinai per cercare di raggiungere Israele rimarca il rapporto sono vittime di torture, abusi e stupri da parte dei trafficanti beduini.
Il rapporto dell'associazione dei medici israeliani si basa su questionari distribuiti fra i pazienti dell’ospedale del Phr-Israel a Tel Aviv.
I profughi, etiopi ed eritrei, raccontano che i trafficanti beduini prendono in consegna gruppi di due-trecento persone per condurli in Israele, ma poi li rinchiudono in container e gabbie metalliche dove vengono picchiati, privati di cibo e acqua, sottoposti a torture contusioni e scariche elettriche, appesi per i piedi o le mani.
Le donne vengono separate dagli uomini e stuprate. Dei 165 aborti richiesti all’ospedale fra gennaio e novembre 2010, la metà erano per gravidanze frutto di stupri.