venerdì 29 aprile 2011

OPERAI

Fiamme alte dieci metri, un inferno di fuoco. Era la notte del 6 dicembre 2007 quando allo stabilimento delle acciaierie ThyssenKrupp di Torino divampò un devastante incendio alla linea 5. Uno, investito in pieno dal rogo, morì subito. Altri sette rimasero feriti. Sei morirono nei giorni successivi. Uno solo si salvò. Quella tragedia è stata rievocata per quasi 100 udienze davanti alla Corte di Assise: carenze della sicurezza, corsa al risparmio della multinazionale, i controlli Asl annunciati, gli estintori irregolari. La difesa ha insistito sugli errori degli operai. Una tragedia che ha segnato l’immaginario del lavoro nel nostro paese fatto di infortuni, malattie e morti. I morti sono stati 145 nei primi tre mesi di quest’anno... in media più di mille ogni anno nell’ultimo decennio. La Corte ha riconosciuto colpevoli i dirigenti e li ha condannati per «omicidio volontario» a pene molto pesanti, 16 anni e mezzo per l’amministratore delegato, da 9 a 13 per gli altri imputati. Condannata anche l’azienda come persona giuridica. Una condanna non è mai una vittoria. Pesa la tragedia. Indica la strada: sarà vittoria quando la sicurezza sul lavoro sarà una priorità di tutti.

(Giorgio Gardiol)