lunedì 26 settembre 2011

L'ACCUSA DI PISAPIA

«A Milano un negoziante su cinque subisce il pizzo». Intervenendo lunedì sera alla presentazione del libro Senza Padrini di Filippo Astone, Giuliano Pisapia ha tuonato contro chi, in passato, non ha riconosciuto questa realtà di fatto: «Una cosa la possiamo dire per certo: è finito per lo meno a Milano il tempo in cui i rappresentanti delle istituzioni, e i nomi sono ormai noti a tutti, negavano ed escludevano che a Milano e nell'hinterland ci fosse la mafia. Al consiglio comunale ho ribadito l'impegno: in settimana avremo le idee chiare per evitare che ci sia una commissione antimafia, come qualcheduno forse voleva specialmente da parte del centrodestra, che sia una vetrina per polemizzare. Invece avremo una commissione antimafia che sia veramente efficace». Com'è ovvio, le parole del sindaco hanno scatenato le reazioni del centrodestra. «Pisapia seguita a usare assurdi toni apocalittici su Milano. Dopo la lagnanza ormai quotidiana sul bilancio, ora tira in ballo la mafia e dipinge una città dove impera il pizzo, manco fossimo in Sicilia o in Calabria. Il sindaco ignora i successi del ministro dell'Interno Maroni. Che proprio a Milano ha messo a segno alcuni degli arresti eccellenti di soggetti appartenenti alla criminalità organizzata, a cominciare dal boss Ugo Martello. E ignora che nelle operazioni contro la ndrangheta per la prima volta c'è stata la compartecipazione della Polizia Locale, della quale ha evidentemente poca stima». Lo afferma il vice coordinatore lombardo ed europarlamentare del Pdl Lara Comi. «Nessuno vuole minimizzare - sottolinea Comi -, ci mancherebbe. Ma l'idea che basti una commissione antimafia, sbandierata come un totem, per fermare la criminalità organizzata è ridicola. Oggi la ndrangheta, che ha scalzato la mafia, ha in mano il 75% dei traffici di stupefacenti in Europa. Ha interconnessioni che vanno dal Sudamerica all'Australia. Per contrastarla serve un lavoro di indagine e di intelligence. E solo la magistratura e le forze dell'ordine dispongono di mezzi adeguati».

(Valeria Trigo, L’Unità)