venerdì 24 febbraio 2012

“TROPPO CARRIERISMO TRA I PRELATI”

Città del Vaticano - Monsignori che non hanno avuto la promozione sognata e sacerdoti che colpiscono con lettere al veleno. È soprattutto il carrierismo nella Chiesa a causare il recente profluvio di missive con contrasti tra le diverse fazioni vaticane. Dai messaggi del cosiddetto Corvo alle note sullo Ior, alle ultime dichiarazioni su un fantomatico attentato alla vita del Papa. Lo sostiene un alto prelato curiale che per 46 anni ha ricoperto incarichi chiave nell´amministrazione vaticana. Monsignor Francesco Saverio Salerno, vescovo di Cerveteri, oggi in pensione, è stato prima segretario generale alla Prefettura degli affari economici e poi al Supremo tribunale della Segnatura apostolica. Magistrato sia nel settore economico che in tutti i rami della giustizia ecclesiastica, conosce in modo perfetto i meccanismi, e gli umori, dell´ambiente.

Monsignor Salerno, ma perché queste lettere escono adesso?

«Fatti del genere si sono verificati anche durante gli altri pontificati. Esiste una segretazione molto vincolante ma non si può escludere l´iniziativa non sempre fedele di qualcuno. In passato, gli autori sono stati spesso individuati». 
Chi fa uscire questi documenti? E da dove?

«La documentazione curiale, come ho detto, è segretata. Dal contenuto delle carte si può individuare da quale ufficio curiale vengono e da quali possibili soggetti». 

Per molti l´obiettivo da colpire è il braccio destro del Papa, Tarcisio Bertone.

«Secondo la mia personale opinione, no». 

In Vaticano alcuni sostengono di sì.

«Da quanto ho letto sulla stampa penso che questo tipo di iniziativa sia da correlare alle parole del beato Giovanni Paolo II». 

Che cosa aveva detto Karol Wojtyla?

«Si era ripetutamente espresso contro comportamenti conflittuali e a motivazione carrieristica. E mi riferisco esattamente al discorso per gli auguri natalizi alla Curia romana del dicembre 2000, e alla lettera apostolica a chiusura del Giubileo». 

Carriera e veleni, dunque. E oggi Benedetto XVI è sotto attacco?

«Lo escludo. In modo categorico. Anche da parte di chi non condivide la sua impostazione del governo della Chiesa». 
Ma l´iscrizione, a cui questo Pontefice tiene molto, del Vaticano nella "white list" europea è a rischio?

«È necessario porsi un´altra domanda: era davvero indispensabile per la Santa Sede adottare la nuova moneta euro? Bisogna avere chiaro che la scelta vaticana dell´euro è stata libera, come fu libera la scelta dell´adozione della lira italiana». 

Quindi?
«È prevalsa la tesi di adottare l´euro. E, di conseguenza, la Città del Vaticano ha assunto la qualifica di Stato extracomunitario, però equipollente. Da qui la necessità di entrare nella "white list"». 

E il rischio di non entrare c´è?

«A mio giudizio, e per la conoscenza che ho dell´economia vaticana e a fronte delle ultime disposizioni normative antiriciclaggio, lo escluderei». 

(Repubblica, 12 febbraio)