venerdì 31 agosto 2012

Quel giudice di ferro che difende i più deboli

TARANTO - C'è una donna d'acciaio sul cammino dell'Ilva. Anna Patrizia Todisco, 49 anni, da diciannove in magistratura, è l'esatto contrario di chi cerca i riflettori. Minuta, capelli corti e rossi. E' un giudice schivo e taciturno che trova conforto nelle sue convinzioni e nei codici. Oggi sembra sola di fronte al diluvio di giudizi, alcuni ingenerosi. Mentre una fetta di Taranto la venera come un'eroina. E' nata proprio a Taranto e quando ebbe la possibilità di lasciare la città, preferì rimanerci.
Con la sua toga come corazza ha deciso su vicende di violenza sessuale e criminalità organizzata. Riservata sulla sua vita personale, di lei si sa che non è sposata, è nota invece a Palazzo di Giustizia per il rigore delle decisioni. Ha cominciato al tribunale per i minori, valutando squallide storie di pedofilia e di violenza in famiglia. Nel 2007 spedì in carcere 21 uomini che seviziavano due sorelle disabili. Incidentalmente e per un singolare episodio è entrata anche nella tragedia di Sarah Scazzi. Mentre era in carcere per un altro procedimento, le fu mostrato un foglio siglato da Sabrina Misseri. Riferì tutto alla procura. Con una lettera riservata per restare lontana dalla chiassata mediatica scatenata sul delitto di Avetrana. Sino all'inchiesta Ilva. E alle polemiche di questi giorni. (m.dil.)
(Repubblica, 13 agosto)