martedì 4 settembre 2012

ALLE RADICI DELLA PAROLA "CURA”

Forse un primo approccio al senso profondo del termine "cura" lo troviamo proprio nella sua etimologia. Come ci avvertono i filosofi, le parole sono gravide di significati esistenziali. In esse gli uomini hanno accumulato inesauribili esperienze, positive e negative, esperienze di ricerca, di incontro, di certezza, di perplessità e di immersione nell'essere. Dobbiamo estrarre dalle parole la loro ricchezza nascosta.

Normalmente le parole nascono all'interno di una nicchia di senso originario e da lì si sviluppano altri significati affini. Così sembra essere avvenuto per quanto riguarda l'origine della parola cura.

Secondo i dizionari classici di etimologia il termine deriva dal latino cura. Questa parola viene utilizzata nella traduzione del testo Essere e Tempo di Martin Heidegger. Nella sua forma più antica cura in latino si scriveva coera ed era usata in un contesto di relazioni di amore e di amicizia. Esprimeva l'atteggiamento di premura, vigilanza, preoccupazione e inquietudine nei confronti di una persona amata o di un oggetto di valore.

La cura sorge solo quando l'esistenza di qualcuno ha importanza per me. Comincio allora a dedicarmi a quella persona, mi dispongo a divenire partecipe del suo destino, delle sue ricerche, delle sue sofferenze e dei suoi successi, in altre parole, della sua vita.

Cura significa allora premura, sollecitudine, diligenza, zelo, attenzione, delicatezza. Come dicevamo, ci troviamo di fronte ad un atteggiamento fondamentale, di un modo di essere mediante il quale la persona esce da sé per trovare il suo centro nell'altro con affetto e sollecitudine.

L'atteggiamento di cura può provocare preoccupazione, inquietudine e senso di responsabilità. Così, ad esempio, diciamo: "questo bambino è oggetto di tutte le mie cure". Un antico detto brasiliano così si esprimeva: "chi ha troppe cure non dorme". I latini conoscevano l'espressione "dolor amoris" (dolore d'amore) per esprimere il riguardo, l'inquietudine e la cura nei confronti della persona amata. O ancora: "Ho affidato mio figlio alle cure del direttore della scuola" (=l'ho posto sotto la sua responsabilità).

Di sua propria natura poi, cura include due significati di fondo intimamente legati tra loro. Il primo è l'atteggiamento di vigilanza, di sollecitudine e di attenzione nei confronti dell'altro. Il secondo è quello di preoccupazione e inquietudine perché la persona che ha cura di un'altra si sente coinvolta e affettivamente legata a questa.

Giustamente il grande poeta latino Orazio (65-8 a.C.) poteva osservare con finezza: "La cura è compagna permanente dell'uomo". Che vuol dire: la cura accompagna sempre l'uomo perché questi non smetterà mai di amare e di prendersi cura di qualcuno (primo significato) e non smetterà mai di inquietarsi per la persona che ama (secondo significato).

Se non fosse così, non si sentirebbe coinvolto con essa e mostrerebbe negligenza e non-cura per la sua vita e per il suo destino. Al limite manifesterebbe indifferenza, che è la morte della amore e della cura.

Leonardo Boff