sabato 19 gennaio 2013

Depardieu, Putin, Berlusconi, e la democrazia

Depardieu per sfuggire alla riforma fiscale francese che prevederebbe una tassazione al 75% sui redditi di oltre un milione di euro si dichiara cittadino belga. Putin, irridendo lo spirito di collaborazione fra gli Stati per la lotta all'evasione, gli concede la cittadinanza russa proponendo la Russia come un nuovo paradiso fiscale. L'attore ringrazia dicendo di adorare la Russia, la sua storia, i suoi scrittori e di essere stato anche lui comunista. Lo farà anche Berlusconi?
ALESSANDRA PATRIGNANI

Il Depardieu che appare sulle prime pagine dei giornali è un brutto personaggio. Squallido, come lo ha definito il primo ministro francese, e spudorato, come viene da definirlo a me ed a molti altri, per il modo ingombrante e presuntuoso con cui utilizza la sua ricchezza e il suo potere mediatico per attaccare le leggi del suo Paese. La libertà per cui dobbiamo tutti lottare, scriveva Kant alla fine del XVIII secolo, è quella di pensare con la nostra testa criticando le leggi e le regole che non ci piacciono e rispettandole, però, finché non si arriva a cambiarle: con il consenso della comunità cui le proprie critiche vengono esposte. Difficile da accettare, nel tempo che è quello dei Depardieu, dei Putin e dei Berlusconi per, cui la legge da imporre è sempre quella che fa comodo a loro, il principio enunciato da Kant è, più di due secoli dopo, quello su cui ci stiamo preparando a muoverci a febbraio. Molte regole e molte leggi vanno cambiate in questo Paese, infatti, anche di quelle approvate dal governo dei tecnici. Noi le critichiamo e non da oggi, e ad esse tuttavia obbediamo: finché potremo averne di altre. Che piaceranno di meno, io me lo auguro, ai Depardieu, ai Putin, ai Berlusconi e a tutti i prepotenti e ai saccenti che ce le hanno imposte.
Luigi Cancrini
(L'Unità 6 gennaio)