martedì 8 gennaio 2013

Israele, al via mega progetto sulle colonie

Dopo il Consiglio di Sicurezza dell'Onu, anche l'Unione Europea ha preso posizione contro la prevista realizzazione da parte di Israele di nuovi insediamenti per i coloni a Gerusalemme est e in Cisgiordania: in un comunicato Catherine Ashton, alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune dei Ventisette, sottolinea di «opporsi con forza a una tale espansione senza precedenti degli insediamenti» intorno alla Città Santa, che definisce «estremamente allarmante» perché rischia di vanificare definitivamente il processo di pace con l'Autorità Nazionale Palestinese. «L'Unione», scrive infatti il capo della diplomazia comunitaria, «si oppone in particolare all'attuazione di piani che espongono a gravi rischi le prospettive di una soluzione negoziata del conflitto israelo-palestinese, mettendo a repentaglio la possibilità stessa di uno Stato palestinese coeso e fattibile, e di Gerusalemme come la capitale futura di due Stati. Alla luce del proprio essenziale obiettivo di realizzare la soluzione dei due Stati», prosegue lady Ashton, «l'Unione seguirà con la massima attenzione l'evolversi della situazione e le sue più ampie implicazioni, agendo di conseguenza».
Nella nota, «Mrs Pesc» sottolinea tra l'altro che i nuovi insediamenti di fatto taglierebbero completamente i collegamenti tra Betlemme e Gerusalemme. Durissima anche la reazione di Parigi: «Il rilancio senza precedenti dei progetti di colonizzazione è una provocazione che danneggia in primis la fiducia necessaria alla ripresa dei negoziati e ci porta a interrogarci sull'impegno di Israele a favore della soluzione dei due Stati» dichiara il portavoce del Quai d'Orsay, Philippe Lalliot.
Israele sarà «responsabile» della costruzione dei nuovi insediamenti programmati a Gerusalemme Est e in Cisgiordania: questa la prima reazione dell'Anp all'approvazione da parte del governo israeliano di un progetto per la costruzione di altre 523 abitazioni che andranno a costituire «una nuova città a Gush Etzion». «I coloni e il governo israeliani dovrebbero ben sapere che saranno chiamati a risponderne», dice Nabil Abu Rudeina, portavoce e consigliere del presidente dell'Anp, Abu Mazen, ricordando come lo status palestinese di Paese osservatore non membro dell'Onu permette di ricorrere davanti alle istanze giuridiche internazionali.
(L'Unità 21 dicembre)