giovedì 31 gennaio 2013

«Penso ... che in questa fase l'Europa sia costretta da una ventina di lacci in un quadro rigido all'interno del quale non riesce a respirare. [...] L'Europa, che ha concepito di sana pianta le ideologie che oggi dominano il mondo, che oggi le vede voltarsi contro di essa, essendosi incarnate in paesi più grandi e più potenti industrialmente, quest'Europa, che ha avuto il potere, e la forza di teorizzare tali ideologie, allo stesso modo può trovare la forza di concepire i concetti che permetteranno di controllare o equilibrare queste ideologie. Semplicemente ha bisogno di respiro, di grazia, di modi di pensare che non siano provinciali, nel senso che abbiamo estrema difficoltà ad avere abbastanza contatti e conoscenze, a contaminare quanto basta le nostre idee affinché si fecondino mutualmente i valori erranti, che sono isolati nei nostri rispettivi paesi.
[…] Bisogna lottare, per riuscire a superare gli ostacoli e fare l'Europa, l'Europa finalmente, dove Parigi, Atene, Roma, Berlino, saranno i centri nervosi di un impero di mezzo, oserei dire, che in un certo qual modo potrà svolgere il suo ruolo, nella storia di domani».

(Albert Camus,
Il futuro della civiltà europea, 1955)