giovedì 31 gennaio 2013

Ricchi sempre più ricchi

ROMA - Cento persone la cui fortuna vale quanto il Pil italiano. Ogni giorno guadagnano o perdono cifre a sei zeri. Ma nel 2012, complice la ripresa delle Borse, hanno soprattutto accumulato. Sono 241 miliardi di dollari, in euro circa 180, quelli che i Paperoni mondiali hanno aggiunto nell'anno appena concluso ai propri patrimoni. Arrivati alla mirabolante quota di 1.900 miliardi di dollari. Così il Bloomberg Billionaires Index, classifica dei 100 uomini più ricchi al mondo, ha fotografato la situazione di fine 2012. Con molte conferme, come Carlos Slim e Bill Gates ai primi due posti. E una novità al terzo, dove lo spagnolo Amancio Ortega, Mr. Zara, supera Warren Buffett.
Mentre Michele Ferrero, 24esimo, resta il primo italiano.
Almeno sui mercati finanziari, il 2012 è stato anno di ripresa. E il patrimonio dei cento ricchissimi si basa sulle azioni. Così Carlos Slim, magnate messicano della telefonia, ha visto salire le proprie disponibilità di 13,4 miliardi dollari, il 21,6%. Totale: 75,2 miliardi, è il più facoltoso del pianeta. Lo segue il fondatore di Microsoft Bill Gates, a quota 62,7 miliardi (+12,6%). L'incremento maggiore però è per Amancio Ortega. Il portafoglio del patron della catena di abbigliamento Zara è cresciuto del 63%, 22 miliardi, per un totale di 57,5. Tanto da strappare il terzo posto in classifica al decano degli investimenti Buffett. L'82enne americano è grande sponsor di Obama nel chiedere più tasse per i ricchi, al 31 dicembre la sua fortuna era di 47,9 miliardi. Poco più dei 43 di Ingvar Kamprad, 86enne padre di Ikea, quinto. Per trovare il primo italiano bisogna scendere fino alla 24esima piazza: è di Michele Ferrero, patrimonio di 22 miliardi di dollari. Mentre i 14,2 di Leonardo Del Vecchio valgono il 54esimo posto.
Tra i cento miliardari, solo 16 hanno chiuso un 2012 al ribasso. Il più doloroso, 10 miliardi, è del brasiliano Eíke Batista, re delle materie prime. «Sarò il più ricco entro il 2015», aveva promesso. E lacrime, valore 5,2 miliardi, le piange anche Mark Zuckerberg, che paga il crollo di Facebook in Borsa. A 28 anni, più giovane del gruppo, ha tempo per recuperare. Gli restano comunque 12,3 miliardi di dollari.
(Repubblica 3 gennaio)