domenica 28 luglio 2013

“CAMBIARE L’IMMAGINE FEMMINILE IN TV”

 

«La violenza sulle donne è un problema degli uomini». Alla Camera del Lavoro di Milano Laura Boldrini e Susanna Camusso parlano di femminicidio, l'unica tipologia di omicidio rimasta costante nel tempo, mentre tutte le altre scemano. Niente a che fare, dunque, con la crisi economica, né con qualsiasi altra congiuntura. Il femminicidio, dice la leader della Cgil, «riguarda la relazione uomo-donna». Solo da inizio anno ad oggi sono state ammazzate 60 donne. Una strage, come la definisce Boldrini, sottolineando che il rapporto Eures parla di 2061 femminicidi tra il 2000 e il 2011, su un totale di 7440 omicidi. E di questi 2061, ben 1459 sono maturati in ambito familiare. La presidente della Camera si commuove ricordandone uno in particolare, quello di Fabiana Luzzi bruciata viva a nemmeno 16 anni dal fidanzatino a Corigliano Calabro, dopo aver incontrato la madre della ragazza nei giorni scorsi.

La Cgil promuove due proposte di legge «per la non discriminazione tra i generi» e «per la tutela dell'immagine della donna in ambito pubblicitario e televisivo», e sia Camusso sia la presidente della Camera Boldrini concordano sull'importanza della correlazione tra l'immagine femminile proposta dai mass media e l'ondata di violenza. Boldrini infatti si rallegra della scelta della Rai di non trasmettere Miss Italia, «una scelta moderna e civile – dice – spero che le ragazze italiane per farsi apprezzare possano avere altre possibilità che non quella di sfilare con un numero». L'auspicio è che la tv pubblica «faccia da calamita per tutte le altre tv e network». La figura della donna va rivista anche con l'aiuto dei media, e in questo senso la pubblicità ha un ruolo fondamentale. «Solo il 2% delle donne in televisione esprime un parere, parla ricorda Boldrini Il resto è muto, e spesso svestito». E Boldrini lancia un appello in particolare alla televisione del servizio pubblico «in cui pluralismo – osserva – non può essere solo quello della equilibrata presenza delle forze politiche. C'è una par condicio che viene violata assai più frequentemente, quella tra i generi e la loro rappresentazione».

(L'Unità 16 luglio)