giovedì 28 novembre 2013

Il flagello Alzheimer, il silenzio della politica

Negli ultimi anni l'alzheimer ha assunto in tutto il mondo le dimensioni di un vero flagello, legato in gran parte all'invecchiamento della popolazione: nel 2050 il 10% della popolazione dell'Ocse avrà più di 80 anni; il costo della malattia sarà pari al 2,9% del Pil; solo negli Usa ci saranno18 milioni di Alzheimer. Un dramma che ha risvolti economici ed organizzativi ed un aspetto affettivo/esistenziale che si può riassumere in questa domanda: «E' possibile elaborare il lutto, di una persona ancora in vita?»
In Italia i malati di Alzheimer e di altre forme di demenza sono circa un milione. La spesa per l'assistenza (8 miliardi di euro l'anno, costo medio annuale per malato fra i 40 e 60 mila euro) ricade in gran parte sui familiari, molto spesso ridotti a forme gravi di depressione e obbligati ad intaccare pesantemente i loro risparmi per ricorrere alle case di riposo e più spesso alle (o ai) badanti (crescono le vendite della nuda proprietà delle case per far fronte al mantenimento dei malati).
Malgrado questa drammatica realtà, destinata a peggiorare in modo esponenziale, partiti, governo e Parlamento ignorano il problema, con la tipica incapacità italiana di programmare la soluzione dei problemi più gravi. Mentre in Germania il problema è affrontato da anni con una assicurazione obbligatoria pagata in parte dai lavoratori, in parte dalle amministrazioni e dalle imprese, il governo francese sta per varare una «reforme de la dépendance» elaborata da tre diversi gruppi di lavoro, secondo i quali il numero delle persone in situazione di non autosufficienza aumenterà del 50% da qui al 2035. Il governo francese, prima di affrontare il problema delle risorse aggiuntive necessarie, punta su due fattori che possono ridurre (o ritardare) la situazione di dipendenza e quindi i relativi fabbisogni finanziari: la prevenzione medica delle malattie legate all'invecchiamento e le misure volte a mantenere i non autosufficienti a casa. Nella prevenzione rientrano, fra l'altro, la sorveglianza sui segni di perdita di autonomia e la lotta contro l'abuso di medicinali. Gli esperti pensano che queste misure possano portare ad un risparmio di 10 miliardi l'anno. Nella seconda linea di azione rientrano tutti quegli interventi volti a rendere sia le città sia le case (quelle esistenti e quelle future) adatte ad ospitare senza barriere i non autosufficienti. La domotica e la robotica utilizzate a questi fini possono fra l'altro dar vita in Francia ad una nuova filiera industriale con la creazione di molti posti di lavoro (oltre ai circa 350 mila posti che dovrebbero essere creati nei prossimi 10 anni per infermieri e personale specializzato nel sostegno a domicilio).
Il problema è comunque ineludibile per tutti: anche gli italiani devono abituarsi a convivere con l'idea che oggi la vecchiaia può durare trent'anni. E devono organizzarsi di conseguenza.
Carlo Trollo

(L'Unità 11 novembre)