mercoledì 22 gennaio 2014

UNA PRIMA RISPOSTA


Gentile signor Stefano Gaetano,
 devo partire da una premessa che non mi fa onore: non ho una conoscenza così approfondita di Francesco D'Assisi e del francescanesimo da poterle esprimere una opinione ben documentata. Potrò farlo dopo aver partecipato alla presentazione del prof. Grado Merlo, mio caro amico, un pinerolese che è il maggiore esperto di francescanesimo, docente a Milano. Devo ulteriormente premetterle che "i santi non sono il mio forte" e non occupano un posto di rilievo nel mio calendario cristiano. Mi è addirittura nata una certa allergia da quando gli ultimi papi si sono dati alla santomanìa, alla mariolatrìa e a pratiche devozionali che ritengo devianti rispetto alla fede nel Dio di Gesù. Si è addirittura giunti a portare a passeggio da un capo all'altro del mondo il braccio destro di don Bosco.... Paganesimo? Mi sembra che i pagani fossero più seri. In quest'ultimo caso, penso che si tratti di una vera e propria idolatria. A queste forme devozionali purtroppo indulge anche papa Francesco. Convengo con lei su padre Pio e Medjogorie, stigmate e apparizioni comprese. E' il regno dell'inganno. In ogni caso, se Francesco D'Assisi aveva le posizioni che lei mi riferisce,su quei punti non mi sento "francescano". Credo che Francesco D'Assisi ci doni una testimonianza di povertà che vorrei conoscere meglio, ma anche i testimoni restano in tutto e per tutto fallibili. Per me l'atteggiamento più saggio deriva dal consiglio paolino : "Valutate ogni cosa e ritenete ciò che è buono". A questa responsabilità non posso rinunciare. Riprenderò l'argomento appena avrò approfondito meglio e intanto la ringrazio di tutto cuore per la sua sollecitazione.
 Con tanta stima ed altrettanto affetto.
 don Franco Barbero