martedì 25 febbraio 2014

Per vincere facile.

L'odierna richiesta della fiducia al Senato, da parte del nuovo PdC
Renzi, ha avuto toni esaltati, ma difficilmente concretizzabili con
l'attuale composizione del governo, ufficialmente presieduto da Renzi,
ma con la malefica ambra di Berlusconi sempre presente. Renzi ha
concesso due ministeri-chiave alla famelica voglia di potere del
pregiudicato; la Giustizia e lo Sviluppo economico, rispettivamente
assegnati ad Andrea Orlando (la Giustizia) e a Federica Guidi lo
Sviluppo economico, entrambi nominati di fatto da Berlusconi.
Orlando di Giustizia non capisce nulla e dovrebbe approntare i punti
centrali di una riforma che tanto preme a Berlusconi; il neo ministro ha
appena un diplomino di maturità scientifica, quindi una carriera di
partito, ma non avrà problemi, i punti salienti della riforma li
scriverà direttamente Ghedini, selezionando le modifiche che gli servono
per difendere il pregiudicato DAI processi presenti e quelli futuri.
Federica Guidi è stata Direttore Generale dell'azienda di famiglia la
Ducati Energia SPA, il suo nome venne imposto a Renzi dopo una cena ad
Arcore con la medesima Federica; in quella occasione vennero anche
dilatate le incombenze da affidarle con l'aggiunta della delega sulle
TV, che tanto interessano al pregiudicato. Formalmente la Guidi si è
dimessa subito dopo aver ricevuto l'incarico, ma serve a poco e non
certo ad allontanare l'ombra di un colossale conflitto di interessi, con
l'aggiunta del controllo sulle TV che servirà a pareggiare i conti con
il Berlusconi che l'ha nominata, Renzi compiacente.
A ciò si deve aggiungere il terzetto di NCD, tutti fedelissimi di
Berlusconi, con Alfano al Ministero degli Interni, da dove si
controllano le Forse dell'Ordine. Renzi oggi chiede la fiducia e l'avrà,
ma solo perchè non l'ha chiesta al popolo elettore. ma si sa. è molto
meglio "vincere facile" che correre pericolosi rischi. Per evitare
doppioni critici, accludo una parte dell'articolo di Marco Travaglio:
"Già la lista con cui è entrato al Quirinale presentava poche novità
vere, anzi una sola: quella del magistrato antimafia Nicola Gratteri
alla Giustizia.
Quella che ne è uscita dopo due ore e mezza di cancellature a opera di
Napolitano è un brodino di pollo lesso che delude anche le più tiepide
aspettative di svolta. E il fatto che la scure di Sua Maestà si sia
abbattuta proprio su Gratteri la dice lunga sul livello di non detto dei
patti inconfessabili che Renzi ha voluto o dovuto stringere col partito
trasversale del Gattopardo.
Se il premier fosse quello che dice di essere, avrebbe dovuto tener duro
su Gratteri o mandare tutto a monte. Invece s'è democristianamente
genuflesso a baciare la pantofola e ha nominato il ragionier Orlando,
ultimamente parcheggiato all'Ambiente ("Orlando chi?", avrebbe detto
Renzi qualche giorno fa), rinunciando a dare una sterzata alla Giustizia."

Rosario Amico Roxa