lunedì 7 aprile 2014

Internet, la censura e i segreti di Stato

Colpisce la censura di Erdogan per Twitter e poi per YouTube. Prima si è voluto impedire che si accertasse un grave sospetto di corruzione, poi si è censurata la diffusione di un video che dimostrerebbe la volontà del governo turco di provocare un conflitto con la Siria per depistare l’opinione pubblica dalla corruzione.
MASSIMO MARNETTO


Le notizie che vengono dalla Turchia mettono di nuovo al centro dell’attenzione il ruolo di chi attraverso Internet riesce a dare notizie coperte, fino a ieri, dal segreto di Stato. Assange e Snowden hanno dimostrato per primi, negli Usa, la possibilità di far sapere da subito ai cittadini quello che chi detiene il potere non vuole che sappiano e la reazione rabbiosa delle autorità americane non ha potuto impedire che le notizie da loro riportate diventassero parte integrante dell’informazione che circola sui media di tutto il mondo. E ora di cambiare qualcosa in tema di natura e funzione dei servizi segreti e dei «segreti» di Stato? Io l’ho pensato con forza giorni fa quando le agenzie ci segnalavano che è diventato possibile, per i giudici che allora si occuparono inutilmente dell’omicidio di Ilaria Alpi e di Milan Hrovatin, accedere a documenti coperti, fino a oggi da questo tipo di segreto. Un segreto che Internet rende sempre assai vulnerabile e di cui anche chi nei «servizi segreti» lavora dovrebbe cominciare a capire che è più pericoloso che utile per la sicurezza dello Stato di cui si occupano. Perché? Perché la chiarezza e la trasparenza delle decisioni che si prendono, negli Stati e fra gli Stati, è la migliore garanzia che il governo può dare della sua onestà e perché questo è, per chi ci crede, un elemento fondante della democrazia politica.
Luigi Cancrini

(L’Unità 31 marzo)