lunedì 28 aprile 2014

LE SFIDE SUL BERE


Binge drinking: bere consecutivamente più di sei bicchieri di alcolici per procurarsi una sbronza. Drunkoressia: bere in condizione di digiuno per potenziare gli effetti degli alcolici. Neknominat: ingerire tutto d'un fiato grandi quantità di alcol facendosi riprendere e pubblicando sul web per lanciare la sfida a qualcun altro. Sono le nuove tendenze estreme diffuse tra gli adolescenti che fanno i primi "assaggi" già negli anni della scuola media. Secondo le stime dell'Osservatorio Nazionale Alcol, nonostante l'innalzamento dell'età minima legale per la vendita di alcolici, circa un milione di ragazzini riceve e consuma bevande alcoliche. L'abuso di alcol è anche la prima causa di morte tra i ragazzi. Un decesso su 3 per i maschi e 1 su 5 per le donne si potrebbe evitare non guidando dopo aver bevuto. «Si calcola che tra i 18 e i 24 anni il 24% di maschi affronta maratone di bingedrinking. Inoltre, il 13% di tutte le intossicazioni alcoliche dei teenager sotto i 14 anni si risolve con una corsa al pronto soccorso», spiega Emanuele Scafato direttore dell'Osservatorio nazionale Alcol dell'Istituto Superiore di Sanità. Dall'ultimo report epidemiologico presentato in occasione dell'Alcol Prevention Day, emerge che i ragazzi non bevono tutti i giorni ma lo fanno soprattutto nei luoghi di aggregazione come i bar, le birrerie, i pub e le discoteche. «In Italia ci sono circa 4 milioni di Binge Drinker. Il picco si registra tra i 20 e i 24 anni ma il fenomeno è diffuso anche tra gli adulti», aggiunge Scafato. Preoccupanti anche i dati della drunkoressia: si stimano 300 mila casi di ragazzi tra i 14 e i 17 anni, casi che 8 volte su 10 riguardano il sesso femminile. Ma l'ultima moda è quella della Neknominat, letteralmente attaccarsi al collo (nek) della bottiglia per scolarsi d'un colpo il contenuto e filmarsi e postarsi, condividerlo su Facebook sfidando a chi ne beve di più. «Purtroppo il finale è quasi sempre scontato: coma etilico, incidente stradale, intossicazione alcolica, violenza», commenta Scafato. I danni sono molto più insidiosi rispetto al consumo quotidiano: «Fino ai 18 anni non si riesce a metabolizzare l'alcol che, quindi, circola liberamente nell'organismo causando la degenerazione irreversibile dell'ippocampo, una area essenziale per la memoria», dice l'esperto. A questi danni e a quelli provocati dall'alcol al fegato, si sommano pericolosi sbalzi di peso, aritmie cardiache e steatosi epatica (cioè infarcimento di grassi nel fegato, primo passo verso la cirrosi).

(Irma D'aria, Repubblica 22 aprile)