mercoledì 2 aprile 2014

UN PRETE ASSASSINO

Gentile Augias, ho 40 anni. Due anni fa ho subito l'asportazione dell’utero. In quel periodo frequentavo un corso di preparazione alla cresima e mi ero recata dal parroco per dirglielo. Senza che avessi chiesto nulla, il parroco mi dice: «Eh, adesso non potrai più crearti una famiglia, né sposarti». Ho risposto: «Bè, potrei comunque trovare un compagno, per condividere la vita». Lui mi risponde che un affetto non ha alcun valore»; che, non potendo procreare, non avrei potuto più avere nemmeno un compagno. La rabbia, il desiderio di gridare il mio disgusto per la Chiesa è diventato un'urgenza! Chi avrebbe dovuto darmi una parola di conforto (magari dicendomi che ci sono tanti bambini da adottare) , dirmi che non era finita, mi ha ucciso una volta per tutte! Poco fa ho letto su Internet il post di un professore di religione che diceva: «Una donna che non ha figli è come un seme che non produce frutto. Muore prima del tempo». Se penso a tutta la gente che commette peccati gravissimi e viene accolta a braccia aperte in chiesa, non posso che rinunciare a dirmi cattolica.

Lettera firmata, Roma
(Repubblica 27 marzo)