domenica 22 giugno 2014

8xMille, lo Stato cresce e la Chiesa cala

ROMA. Più 8 per mille allo Stato. In sei anni raddoppiano i contribuenti che sbarrano la casellina a favore delle casse pubbliche. Così come raddoppia il gettito. Briciole però rispetto a quanto incassato dalla Chiesa cattolica, il vero asso pigliatutto dell'opzione Irpef, nonostante un calo nelle preferenze. Anche perché la Conferenza episcopale beneficia non solo delle scelte esplicite di circa 15 milioni di italiani, ma anche (per legge) di buona parte del non espresso. Il risultato è schiacciante: 200 milioni per lo Stato e un miliardo per la Chiesa, quasi l'intera torta nel 2009. Torta cresciuta in sei anni da 1,1 a 1,3 miliardi.
La serie storica dell'8 per mille, pubblicata ieri dal Dipartimento finanze, copre il periodo 2004-2009 (ma la ripartizione dei denari avviene solo a tre anni dalla dichiarazione dei redditi cioè tra 2008 e 2013). Ebbene, nel 2004 solo 1 milione e 300 mila italiani sceglieva lo Stato. Sei anni dopo erano due milioni e mezzo. Nello stesso periodo i1 gettito è passato da 100milioni (9% de1la torta) a 192 milioni (15%) .Nel frattempo la Chiesa incassava, come detto, circa un miliardo all'anno (ma nel 2005 è scesa a 968 milioni) , cioè il 90% delle risorse totali nel 2004, l'81% nel 2009. Benché dunque i due gettiti siano incomparabili, lo Stato ha recuperato contribuenti (dall'8 al 14% ), la Cei ne ha perso qualcuno (dal 90 all'82% delle scelte). In totale però solo il 45% sbarra la casella, gli altri lasciano in bianco, consentendo il riparto.
Nel 2009 gli italiani hanno poi destinato 38 milioni ai Valdesi, 5 milioni e 300 mila euro alle Comunità ebraiche, 4 milioni ai Luterani, 2 milioni e 300 mila alle Chiese avventiste del settimo giorno, un milione e 300 mila alle Assemblee di Dio in Italia. Soldi fisicamente arrivati però solo l'anno scorso.
Valentina Conte

(Repubblica 31 maggio)