venerdì 27 giugno 2014

«Quel padrino è vietato». E Matteo non fa la cresima

«Ho sposato una donna divorziata - racconta - a cui la giustizia civile ha riconosciuto i torti subiti con una sentenza che condannava a nove mesi l'ex marito per percosse. Le due figlie di lei sono diventate le mie figlie e per loro sono stati compiuti tutti gli sforzi necessari per garantire le opportunità di crescita, di formazione e di futuro che i genitori devono assicurare per obbligo di legge, ma ancora prima per dovere morale e di fede». «Per fare il padrino - aggiunge - dovrei lasciare mia moglie e le mie figlie. Impensabile. Ma non voglio neanche rinunciare a fare il padrino di un ragazzo che non mi ha scelto certo per interesse o per suggerimento». «Ecco perché - spiega - voglio iniziare una semplice, ma decisa battaglia. "Io no, un assassino sì". Rivendico il mio essere cristiano e lotterò con ogni mezzo per far cambiare questa ingiustizia». «Voglio con tutte le mie forze e con il mio cuore essere il padrino di Matteo. Non so come spiegare - cosi Maraschio conclude la sua lettera a Papa Francesco - ad un giovincello che vede tante incongruenze, purtroppo anche nella Chiesa, che sono colpevole di non so bene quale colpa. Desidererei essere io destinatario di quel messaggio di comprensione che da millenni ha innalzato la vita di tutti noi e che quella comprensione diventasse fatto concreto. Chiedo scusa per avervi importunato, ma sono un cristiano che si rivolge ai suoi Pastori».
Ma non si ferma a questo. Il padrino «mancato» lancia anche una petizione online a sostegno della sua battaglia. Se una persona si pente del suo peccato, risulta in linea con la fede cattolica, mentre chi si risposa o si unisce in matrimonio con chi è divorziato, mantiene «attivo» il peccato, perpetrandolo nel tempo senza pentirsene.
E' la condizione che vivono tutti i divorziati risposati che vorrebbero accedere ai sacramenti. Un tema sentito nella Chiesa alle prese con la crisi della famiglia. Su questo tema Papa Francesco ha convocato due sinodi dei vescovi e ha coinvolto nella discussione tutte le diocesi del mondo. Entro il 2015 arriveranno le decisioni. Intanto il giovane Matteo, ha rinunciato alla sua cresima. E non è un marziano.