sabato 30 agosto 2014

SENTENZA STORICA


di Delia Vaccarello

Adesso le due mamme sono uguali non solo nel cuore della loro figlia ma anche dinanzi alla legge. La sentenza è storica e mette sullo stesso piano, senza discriminare e dunque nel rispetto della Costituzione, le coppie di fatto etero e quelle omosessuali.

Un grido di giubilo si leva da facebook e dalle associazioni omosessuali. Il tribunale per i minorenni della capitale ha riconosciuto ad una bambina figlia di due madri il diritto ad essere adottata dalla propria genitrice "non biologica" ed a prendere il doppio cognome. Lo ha fatto proprio nel suo interesse.

La coppia vive insieme dal 2003, la bimba è nata all'interno di un progetto comune, le due donne si sono sposate all'estero. La bimba chiama mamma la compagna della madre biologica, perché di fatto è anche la sua mamma. Si tratta di una unione in tutto assimilabile alle step-family, quei nuclei in cui i bambini hanno instaurato una unione filiale col nuovo coniuge o con il nuovo compagno del genitore.

E' una applicazione dell'art. 44, lett. D della Legge 4 maggio 1983, n. 184 ("Disciplina dell'adozione e dell'affidamento dei minori"), la norma ha consentito finora l'adozione da parte di singoli o di coppie etero non sposate nel caso in cui sussiste di fatto una relazione genitoriale col bambino.

La novità assoluta per l'Italia (avviene invece all'estero anche in Paesi come la Germania dove non sono riconosciute le nozze gay), è che la legge viene applicata anche a una coppia omosessuale. Se non lo avessero fatto, i giudici avrebbero obbedito a un "convincimento diffuso in parte della società". Un convincimento "esclusivamente fondato, questo sì, su pregiudizi e condizionamenti cui questo Tribunale, quale organo superiore di tutela dell'interesse superiore del benessere psico-fisico dei bambini, non può e non deve aderire", recita la sentenza.

 Mentre Forza Italia parla di "golpe" dei giudici, le associazioni omosessuali esultano - Famiglie arcobaleno, e Arcigay in testa -, così come il senatore Sergio Lo Giudice.



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