"Continueremo a lavorare nell'unico campo. Che è di Dio. E di nessun altro".
La voce rotta, lo sguardo commosso, questa frase, don Daniele Bortolussi, l'ha pronunciata due volte, ieri sera alla Consolata, nella sua ultima predica da "ministro del lavoro" dell'arcivescovo. In "ecclesialese" si direbbe responsabile della Pastorale del lavoro, la frontiera più politica della Curia.
E forse la sottolineatura ("il campo non è di nessun altro") non è pronunciata a caso. Da qualche giorno don Bortolussi, dopo dieci anni passati a dirigere uno degli uffici più delicati nella Curia della città della FIAT, ha lasciato il suo incarico. Andrà a Borgaro a fare il parroco. Ma accanto alle sue dimissioni non ci sono motivazioni ufficiali.
Gabriele Guccione. Repubblica 16 settembre
Con un arcivescovo di destra e amico dei vertici della FIAT, per don Bortolussi la vita in Curia era diventata difficile.
Franco Barbero