lunedì 27 ottobre 2014

"OFFENSIVO RIAMMETTERE FARINA NELL'ORDINE"

Roma.
«Disagio», «deontologia a rischio», «gravissimo discredito per i giornalisti».
La vicenda del reintegro nell'Albo di Renato Farina, alias l'agente "Betulla" collaboratore del Sismi, deciso dall'Ordine professionale della Lombardia sta scatenando le polemiche.
Attorno ai tre consiglieri nazionali, Carlo Bonini e Anna Bandettini di Repubblica e Pietro Suber di Mediaset, che hanno rassegnato «in maniera irrevocabile » le proprie dimissioni, si sta concentrando la solidarietà dei colleghi. Dopo quella dell'Ordine della Puglia e del Lazio, arriva anche quella dell'Emilia Romagna («grave la scelta di riammettere Farina dopo la radiazione nel 2007 per "comportamento incompatibile con tutte le norme deontologiche della professione"»), del consiglio ligure e di quello campano («Così si offende la memoria di Giuseppe D'Avanzo e la città di Napoli che, dopo la sua scomparsa, tre anni fa si strinse attorno a Peppe»).

Intanto ieri, dopo un post pubblicato da Bonini su facebook nel quale ricostruisce «l'ultima capriola con cui i tartufi dell'Ordine vanno motivando "l'ineluttabilità" della sua riammissione », è intervenuto lui, Renato Farina. In una lettera inviata al sito Dagospia, scrive: «Non ho mai spiato Bonini e D'Avanzo. Ho derogato da regole deontologiche, pensando in buona fede ci fossero in ballo valori più alti. Me lo ha chiesto il governo di questo Paese. Ho pagato con otto anni di ostracismo. In qualsiasi momento sono pronto ad accettare un confronto pubblico».

(Repubblica 10 ottobre)