domenica 30 novembre 2014

INTERVISTA A DON VIRGINIO COLMEGNA

Don Virginio  Colmegna, lei è il presidente della Fondazione Casa della Carità di Milano e da sempre si occupa  di rom. Come giudica questo episodio di intolleranza?
 
"E' un fatto molto preoccupante. Ancora di più perché, in un periodo di crisi così profonda  e di grande difficoltà sociale, sono dei giovani a individuare come capro espiatorio i rom. Tutto questo può innescare una dinamica di aggressività che non può non allarmare".

Che cosa bisognerebbe fare?

"Bisogna raffreddare gli animi, ma soprattutto far funzionare la razionalità. I bambini andrebbero accompagnati  a scuola invece di impedire loro di andarci. Dobbiamo fare attenzione perché il rischio è quello di generalizzare: ci sono rom che non si comportano bene ed esperienze straordinarie, come per tutte le situazioni. Ma quando sui rom si scarica tutta la tensione sociale, quando vengono fuori questi gesti, poi la violenza non si controlla più".

L'ostilità verso i rom è un fenomeno crescente?

"Chi si occupa dei rom perde consenso. La politica, però, deve avere il coraggio non di beatificarli ma di affrontare la questione in modo concreto perché anche loro sono uomini, donne e bambini, fanno parte della razza umana".

Qual è la sua esperienza: e possibile cambiare qualcosa?

"E' possibile stare nel mezzo e, come abbiamo fatto, condividere con loro socialità e legalità. Andare avanti è difficile, ma si può e si deve. E' fondamentale proprio partire dai bambini e dalle scuole, perché soltanto investendo in cultura di cittadinanza si possono ottenere dei risultati. Altrimenti urleremo e ci troveremo incapaci di risolvere i problemi".

Crede che, su questi temi, l'alleanza tra Casa Pound e la Lega sia un ulteriore elemento di preoccupazione?

"Vorrei che la politica si misurasse sui fatti e non utilizzasse le difficoltà, che ci sono. Lanciando slogan non si va da nessuna parte. Ripeto, la crisi è forte e se alziamo il tiro poi incendiare è abbastanza facile: la politica riprenda per favore a discutere delle proposte realizzabili, quelle da fare adesso, e non utilizzi le paure della gente".

(Alessia Gallione da Repubblica 29 novembre).