lunedì 8 dicembre 2014

ROMERO

Ho scritto qualche giorno fa che il salvadoregno padre Romero, sostenitore della ″teologia della liberazione″, patì la diffidenza delle alte gerarchie vaticane, compresa quella di due papi: Giovanni Paolo II e il suo predecessore Paolo VI. A proposito di quest'ultimo ricordo che il coraggioso sacerdote, assassinato per la sua quasi solitaria battaglia contro i potenti narcos del suo paese, ricevuto in udienza a Roma il 24 giugno 1978 lasciò questa nota sconsolata: «Lamento, Santo Padre, che nelle osservazioni presentatemi qui in Roma sulla mia condotta pastorale prevale un'interpretazione negativa che coincide esattamente con le potentissime forze che là, nella mia arcidiocesi, cercano di frenare e screditare il mio sforzo apostolico». Il signor Ballarini parla giustamente di encicliche, io mi riferivo con pari legittimità storica alla quotidiana solitaria azione di contrasto allo sfruttamento e alla criminalità. Scrive Giovanni Ribaldone (ribaldone@tin.it): «A proposito dell'assassinio del vescovo Romero e la possibilità della sua beatificazione da parte della Chiesa, sarebbe opportuno dire finalmente la verità. Il prelato, inviso soprattutto a Giovanni Paolo II, fu lasciato solo e praticamente consegnato indifeso ai suoi nemici. Giovanni Paolo II, invece che incoraggiarlo e sostenerlo nella sua lotta in favore degli ultimi della terra, si rifiutò di riceverlo quando Romero implorò il suo aiuto». Scrive Giuseppe Liberotti (giuseppe.liberotti@fastwebnet.it ): «Sono un cristiano che aderiva ai C.P.S, i Cristiani per il Socialismo, ho creduto in Romero, come in tutti i preti della teologia della liberazione e a quelli che noi chiamavamo preti-operai. La restaurazione di papa Wojtyla ci fece perdere ogni speranza. Papa Francesco sta riaccendendo un lumicino (è un gesuita come molti preti latino-americani uccisi dalle varie dittature), bisognerà vedere se riuscirà a sconfiggere le lobby, molto potenti contrarie alla sua linea». Opinioni diverse delle quali è bene che si discuta in vista della possibile beatificazione di padre Romero.
Corrado Augias

(Repubblica 18 novembre)