La
Regione Piemonte, partner di riferimento del Consorzio Pracatinat, ha
deciso di convocare per domani un'assemblea ordinaria dei soci per
proporre la messa in liquidazione della società.
E in
una nota un po' sibillina precisa: "Se si verificassero
opportunità di rilancio del Consorzio - che peraltro per ora non si
intravedono - saranno attentamente valutate". Insomma, si è
giunti a un bivio: liquidazione o trasformazione di una struttura
che, per decenni, è stato un polo nazionale come centro d'eccellenza
per l'educazione ambientale.
Pracatinat
vanta soci di prestigio, oltre alla Regione: la Provincia (oggi Città
Metropolitana); i Comuni di Torino, Pinerolo, Rivoli, Moncalieri,
Asti, la Comunità Montana Pinerolese e il Comune di Fenestrelle,
proprietario dei due imponenti edifici voluti nel secolo scorso dalla
famiglia Agnelli per curari gli ammalati di tubercolosi.
Abbandonata
la funzione sanitaria, il complesso è stato finanziato con miliardi
di lire (poi milioni di euro) di denaro pubblico. Prima per
ristrutturare, nel 1982, l'edificio Edoardo Agnelli, poi nel 1998 il
Tina Nasi. Sono i numeri a raccontare un pezzo della storia di questo
centro: 15mila presenza di studenti all'anno, stage regionali e
nazionali voluti da Ministeri e Regioni, progetti finanziati ogni
anno tra 500 mila e un milione di euro.
Investimenti
importanti per tenere aperta la struttura: fognature, metanodotto,
ampliamento della strada, strutture sportive, un impianto solare
termico. Ma oggi in tempi di spending review tutto è diverso e così
anche se il bilancio è in rosso per 300 mila euro.
"Poca
cosa - dicono alcuni 50 dipendenti - la struttura rischia la chiusura
e noi il posto di lavoro". Sarebbe un altro colpo per
l'occupazione della val Chisone, che ha già visto chiudere fabbriche
e attività artigianali. La presidente di Pracatinat, Maria
Bertiglia: "Il Consiglio d'amministrazione si sta impegnando per
formulare proposte costruttive". Il consigliere regionale Elvio
Rostagno aggiunge: "C'è una frattura fra le indicazioni della
giunta regionale e le intenzioni dei consiglieri, che vogliono
salvare il centro".
Che
cosa succederebbe se le due grandi strutture dovessero venir
abbandonate. Il sindaco di Fenestrelle, Ilario Manfredini: "Basterà
un solo anno di inattività, a 1600 metri di quota, a rovinare tutto.
Se chiude nessuno avrà la forza di riaprire".
(Antonio
Giaimo, La Stampa 14 gennaio)