giovedì 2 aprile 2015

Da Pd e M5S primo sì al ddl sulle Unioni civili. Ncd furioso

Le Unioni civili incassano il primo sì grazie al nuovo asse politico tra Pd e M5S che taglia fuori il Ncd. Il testo base sulle unioni civili adottato ieri dalla commissione Giustizia del Senato è quello di Monica Cirinnà (Pd) che regolamenta le unioni civili tra persone dello stesso sesso consentendo anche le adozioni gay tramite l'istituto dello Stepchild Adoption, cioè la possibilità di adottare il figlio del partner. Il M5s ha votato insieme al Pd per l'approvazione del testo. Contrari FI, Ncd e Lega. Si è astenuto il senatore FI, Ciro Falanga. I voti favorevoli sono stati 14, 8 i contrari. Il prossimo appuntamento è il 7 maggio, termine fissato per la presentazione degli emendamenti in commissione.
«Sono molto soddisfatta, anche se è ancora un risultato parziale. Si tratta di una riforma importante e come tutte le riforme non va imposta all'aula a maggioranza ma sulla base di un ampio consenso». È il primo commento di Cirinnà (Pd), che aggiunge: «le maggioranze sono sempre state trasversali. È stato così già ai tempi della legge sul divorzio e sull'interruzione di gravidanza». «Mi impegno - continua Cirinnà - ad ascoltare quanto verrà avanzato dal Nuovo centrodestra (che ha votato contro, ndr) rispetto ad un testo che, tra l'altro, risolve i problemi indicati a suo tempo dal ministro dell'Interno Angelino Alfano in merito alle trascrizioni delle unioni omosessuali: ora - conclude - i matrimoni contratti all'estero saranno trascritti come unioni civili».
Il centrodestra invece si ribella all'«incostituzionalità del testo». «Pd e 5 Stelle hanno espresso sul ddl istitutivo del matrimonio omosessuale prima che un voto una cultura comune che mette in discussione il compromesso repubblicano che diede luogo alla nostra Costituzione ove il matrimonio è collegato alla società naturale - a parlare è Maurizio Sacconi (Ap) - Il voto contrario di Area Popolare corrisponde invece alla nostra proposta, di segno opposto, contenuta nel ddl che porta la mia prima firma e che codifica i diritti delle persone conviventi». Per Gasparri e Schifani, quelle del provvedimento sono «scelte inaccettabili» alle quali bisognerà opporsi con forza in Commissione, in Parlamento e nel Paese».
Plauso anche da parte delle associazioni che lottano per i diritti degli omosessuali: «è un passo avanti importante. Ora bisogna decidere se fare una legge sulle unioni civili o cedere ai ricatti politici di chi vuole gli italiani incivili. Per oggi si può sicuramente affermare che a destra da Ncd e in ordine sparso ci sono degli sconfitti. Riuscirà Renzi da segretario del Pd ad andare fino in fondo? Ce lo auguriamo». Lo dichiara in una nota Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center.

(Il Manifesto 27 marzo)