giovedì 21 maggio 2015

ACCORDO LCWR-VATICANO: TUTTI I DUBBI DELLE TEOLOGHE FEMMINISTE
di Ludovica Eugenio, 2 maggio


NEW YORK-ADISTA. La notizia della conclusione del commissariamento da parte del Vaticano del più importante organismo di rappresentanza delle religiose statunitensi, la Leadership Conference of Women Religious (Lcwr, v. Adista Notizie n. 15/ 15), con un accordo firmato da entrambe le parti, è stata accolta generalmente come il trionfo delle suore sul Vaticano. Le stesse religiose hanno usato toni entusiastici per descrivere la loro soddisfazione - il che è anche comprensibile alla luce della sofferenza patita in questi anni di inchiesta - per averla comunque spuntata sul Vaticano, che fino all'altro ieri le accusava di quasi eterodossia e che ora consente loro di continuare ad essere un organismo istituzionale. Quale sarà stato il peso specifico, nella vicenda, di papa Francesco, tra l'altro probabilmente desideroso di recarsi negli Stati Uniti, a settembre, senza pesi sullo stomaco? Come riusciranno le suore a conciliare la promessa di osservare rigidamente il magistero della Chiesa anche su temi di morale e di impegno sociale come il supporto alle persone Lgbt o alla riforma sanitarla di Obama con il loro impegno in queste direzioni? Come potranno essere profetiche come sono state finora se dovranno autocensurarsi sulla scelta dei relatori alle assemblee o sul tono e il contenuto delle pubblicazioni? Difficile dirlo, come sta dimostrando la vicenda di suor Jeannine Gramick, paladina dei diritti delle persone omosessuali, formalmente ben accolta in Vaticano ma impossibilitata, di fatto, da un vescovo a parlare in una parrocchia negli Stati Uniti (v. notizia precedente). Molti sono gli interrogativi che nascono, e ci si chiede se non si tratti invece di una capitolazione silenziosa, il prezzo da pagare per restare all'interno dell'istituzione. Non si comprenderebbe altrimenti anche un altro dettaglio: il fatto che Vaticano e Lcwr abbiano stabilito di non parlare della questione per 30 giorni, secondo quanto riporta Al Jazeera America in un servizio del 21 aprile.
Intanto, è da registrare che non tutte le reazioni alla fine del "caso Lcwr" sono state positive e che diversi sono i dubbi, soprattutto tra le più acclamate teologhe femministe, sullo iato tra il magistero di Francesco, orientato alla promozione della donna nella Chiesa, e la perdurante struttura patriarcale della Chiesa, per cui le donne sono sempre un passo indietro. Al Jazeera America raccoglie alcune delle loro voci. «La gran bella notizia è che l'Lcwr è ancora operativa», afferma la teologa Mary Hunt, co-direttrice della Women's Alliance for Theology, Ethics and Ritual a Silver Spring, Maryland. «La grande pessima notizia è che lo è anche il Vaticano». E infatti, sottolinea un'altra grande teologa, Rosemary Ruether Radford, nulla nell'accordo stipulato garantisce che, in futuro, non vi sia un'altra investigazione: «C'è tutta una storia di sospetto riguardo alle donne, e in particolare l'idea, mai veramente ripudiata, che in qualche modo il femminismo sia qualcosa di negativo. Penso che questo continui ad essere un precedente negativo».