sabato 16 maggio 2015

RABBIA DELLE MADRI

La festa della mamma è stata cele­brata con una mar­cia su Washing­ton indetta da Mothers for Justice Uni­ted, l'associazione di donne che hanno perso figli per mano della poli­zia. Ieri hanno sfi­lato nella «Mil­lion Mom march», l'ennesima mani­fe­sta­zione della «pri­ma­vera nera», il movi­mento con­tro i soprusi di poli­zia e gli omi­cidi di afro ame­ri­cani. «Prima che mi strap­pas­sero il mio bam­bino non mi inte­res­savo di diritti civili», ha detto Maria Hamil­ton che in testa al cor­teo mar­ciava die­tro a uno striscione recante il nome di Don­tre Ham­li­ton, il figlio di 31 anni, ucciso dalla poli­zia di Mil­wau­kee. «Da quel giorno non fac­cio che pensarci».
La folla di madri acco­mu­nate dal dolore è stata l'ultima dimo­stra­zione di come un pro­blema ende­mico, sia ormai una piaga poli­tica non più pro­cra­sti­na­bile, per­ché non passa set­ti­mana senza tra­gici epi­sodi in cui per­dono la vita gio­vani afroa­me­ri­cani. L'ultimo a Los Ange­les: Bran­don Glenn, 29 anni, ucciso a Venice Beach, sul lun­go­mare della città. I fatti risal­gono alla notte fra mar­tedì e mer­co­ledì quando la poli­zia è stata chia­mata per gli schia­mazzi all'esterno di un bar vicino alla rotonda di Wind­ward avenue, nel cen­tro del distretto turi­stico del quar­tiere del litorale.
I due agenti accorsi avreb­bero fer­mato Glenn, un home­less noto nel quar­tiere come «Tizzle», socie­vole e mite pur con qual­che turba emo­tiva. Dopo una prima discus­sione con gli agenti si sarebbe acceso un alterco fra Glenn e il but­ta­fuori del locale. I poli­ziotti sono inter­ve­nuti ed è seguita una col­lut­ta­zione in cui Glenn è stato get­tato a terra. Poco dopo uno dei poli­ziotti ha estratto la pistola di ordi­nanza e ha esploso due colpi mortali.
Un replay della scena che il 3 marzo era costata la vita ad «Africa» un altro sen­za­tetto a Down­town.
Il video - regi­strato da una tele­ca­mera nei paraggi - è stato acqui­sito dalla poli­zia ma non reso pub­blico. Il capo della poli­zia, Char­lie Beck, però, dopo averlo visio­nato, ha dichia­rato di essere «estre­ma­mente turbato». Ogni volta che «un agente spara», ha aggiunto, «la deci­sione deve essere moti­vata da circostanze straor­di­na­rie. A prima vista non ne ho rile­vate in que­sto caso». Una dichia­ra­zione inu­suale che gli è valsa la dura replica del sin­da­cato di poli­zia che ha giu­di­cato le sue parole come «pregiudiziali» a inda­gini impar­ziali e delle «pro­spet­tive di giu­sti­zia» per l'agente. Il fatto ha avuto riso­nanza imme­diata in città, spe­cie a Venice, sto­rico distretto di sur­fi­sti e crea­tivi con una tra­di­zione di anta­go­ni­smo e mili­tanza, seb­bene stia diven­tando un quar­tiere alla moda pieno di case da milioni di dol­lari e ambito da attori e regi­sti. La sezione di Oak­wood inol­tre è anche l'ultima roc­ca­forte povera e afroa­me­ri­cana vicino alla spiag­gia. Si tratta anche di una delle zone a più alta con­cen­tra­zione di home­less, visi­bili in accam­pa­menti e ten­do­poli improv­vi­sate lungo le strade. Una popo­la­zione affetta - in molti casi - da disturbi men­tali e che in assenza di strut­ture, è abban­do­nata sui mar­cia­piedi. Il loro unico con­tatto «isti­tu­zio­nale» è quello con la polizia.
Di tutto que­sto si è discusso nella assem­blea cit­ta­dina tenuta nella scuola ele­men­tare del quar­tiere, dove diverse cen­ti­naia di resi­denti hanno gri­dato la rab­bia con­tro una dele­ga­zione di con­si­glieri e comandanti della poli­zia. Home­less, atti­vi­sti afroa­me­ri­cani, ska­te­boar­der e mili­tanti hanno chie­sto di vedere il video dell'incidente e di rin­viare a giu­di­zio l'agente. «Siamo qui ad espri­mere la stessa rab­bia esplosa da Fer­gu­son a Baltimora». A pro­po­sito di quest'ultima città, venerdì Loretta Lynch la gene­ral attor­ney fre­sca di nomina, ha annun­ciato l'avvio della inchie­sta fede­rale sulla poli­zia. Bal­ti­mora si unisce così a Buf­falo, New York, Washing­ton, Cin­cin­nati, New Orleans, Los Ange­les Albu­quer­que, Cle­ve­land e Fer­gu­son sulla lista di città ame­ri­cane le cui poli­zie sono state inda­gate dal governo federale.
Luca Celada

(il Manifesto 10 maggio)