lunedì 8 giugno 2015

Cellulari e tablet come proteggersi dalla insidiosa "luce blu"

Smartphone, tablet, computer, il tempo che trascorriamo leggendo su dispositivi elettronici è aumentato a dismisura. «Il nostro occhio è strutturato per vedere da lontano. Con la scrittura e la lettura invece - spiega Costantino Bianchi, oculista esperto in problemi di rifrazione - l'uomo ha dovuto impegnare sempre di più la vista da vicino. Che ora, con l'avvento degli schermi elettronici, è la modalità principale di funzionamento». Nella visione da vicino sono impegnate soprattutto l'accomodazione, cioè la capacità di mettere a fuoco da vicino deformando il cristallino, e la convergenza, ossia il movimento che consente agli occhi di "convergere" lo sguardo su un punto molto vicino per evitare di vedere doppio. Inoltre, la visione da vicino ha riflessi anche sulla postura del corpo. Rispetto alla visione di oggetti lontani in cui i muscoli del cristallino sono rilassati e quelli che muovono i bulbi oculari devono produrre solo brevi contrazioni saltuarie, la visione da vicino richiede la loro contrazione continua. Fino a che si è molto giovani l'operazione riesce facilmente, ma dai 40 anni in poi, in genere, l'accomodazione diventa insufficiente. E servono gli occhiali "da vicino". Il problema può annunciarsi già a 37-38 anni con deficit di accomodazione modesti, che per un uso "normale" degli occhi da vicino non è necessario correggere. Se però l'accomodazione è sollecitata per ore, sarebbe bene correggere anche perdite inferiori a 1 diottria.
«Gli schermi elettronici, specie quelli a led - continua Bianchi - emettono una luce "fredda", con dominanza della 'luce blu'. Meglio munirsi di lenti con filtro specifico contro il blu-azzurro perché la sua azione, a lungo andare, può essere nociva per la retina ». Alcune lenti, come Eye Zen di Essilor, sono studiate per sostenere gli sforzi accomodativi dell'occhio riducendo la stanchezza visiva da schermi elettronici.
Altro problema, quello degli occhiali da sole, non indossati da quasi il 67% dei bambini italiani. «Invece è importante proteggere la loro vista dal sole estivo - conclude Bianchi - i cui ultravioletti più intensi sono anche riflessi da acqua e sabbia al mare mentre in montagna sono meno filtrati dall'atmosfera. Gli UV accelerano l'invecchiamento del cristallino. Che nei bambini, essendo molto trasparente, protegge meno anche la retina da queste radiazioni ». Le lenti UV400 di Polaroid offrono protezione dai raggi solari, schermo anti-riflesso e visibilità anche ai bambini. ( a. margreth)

(la Repubblica 26 maggio)