lunedì 15 giugno 2015

Demirtas, “l’uomo nuovo” di Ankara

È un curdo l'uomo nuovo della politica turca. Giovane (42 anni), carismatico (sa parlare bene in pubblico), progressista (nel suo programma la difesa delle donne e degli omosessuali), liberale (vicino alle istanze europee). Si chiama Selahattin Demirtas, avvocato per i diritti umani. Erdogan in campagna elettorale lo ha definito «un intrattenitore da bar». In concreto rappresenta l'altra faccia del Pkk di Abdullah Ocalan, cioè il volto pulito dei curdi, privo delle incrostazioni dovute ai lunghi anni di guerriglia.
In camicia bianca e senza cravatta, in campagna elettorale Demirtas ha tenuto uno stile rilassato e poco emotivo. Ha saputo desistere alle lusinghe di Erdogan e ha detto di no a qualsiasi ipotesi di intesa con il partito conservatore di origine islamica. Si è così presentato all'elettorato curdo, ma pure al ceto medio e ai potenziali astensionisti, come la sola opposizione credibile di fronte ai vecchi partiti tradizionali di destra e di sinistra. Dice a Repubblica un manager europeo che vive da anni a Istanbul: «Se questo ragazzo non si rovina, rischia di diventare l'uomo su cui una certa Turchia può puntare. È serio, motivato, e molto in gamba. La sua formazione è un ombrello sotto il quale ha riunito una serie di minoranze, anche quella alauita, quella turcomanna e altre. Se continua così, Demirtas convoglierà intorno a sé il consenso dei giovani. E questo aspetto potrà diventare decisivo».
Oggi il partito curdo Hdp rappresenta un vero e proprio laboratorio politico. La metà dei candidati in lista sono donne e nel centinaio di consigli comunali guidati dalla sinistra filocurda la co-presidenza è composta da un uomo e da una donna. «Ma non siamo Podemos - dice il loro candidato di punta, il sociologo Hisyar Ozsoy - Come loro vogliamo dare voce a tutti. Ma non siamo una forza anti-politica».
(m. ans.)

(la Repubblica 8 giugno)