"Quando la madre si perde nei propri figli, vive solo per loro, vi si dedica senza limiti. Quando la responsabilità della maternità lascia il posto a una spinta alla divorazione, solitamente reciproca, di madre e figlio: la madre assorbe il bambino che assorbe la madre. L'amore materno sfocia allora in un'incorporazione che può raggiungere il suo punto più estremo nel passaggio all'atto omicida o in una presenza soffocante che non lascia alcuna libertà al soggetto....
Senza una sufficiente distanza tra la madre e la donna, la madre e il bambino si confondono, si annullano reciprocamente, dando luogo ad una simbiosi mortifera o a una conflittualità colma di odio e di violenza.
In questi casi non è solo la madre che divora il bambino, ma -consacrando follemente la sua vita a quella del figlio - è la donna che viene divorata dalla madre".
(Massimo Recalcati, Le mani della madre, Feltrinelli, pag 116).