Mentre procedevo nella documentazione necessaria alla stesura di questo
articolo, mi sono imbattuto in individui che hanno contrastato il mio
pensiero (ciò che sostengo nel titolo) con affermazioni che so per certo
che alcuni di voi avranno modo di esprimere. Prima di iniziare, vorrei
rispondere.
C'era questo articolo nel web che criticava un passo nel Timoteo poiché
contro le donne in generale, e un ragazzo ha protestato dicendo che la
Bibbia deve essere considerata come quello che è: scritta in un periodo
di ristrettezza mentale, in cui il pensiero che vedeva la donna
sottomessa era più che comune e accettato. Gli ho risposto come queste
parole: «Non importa il contesto, davvero. Un conto se fosse un libro di
narrativa, così, che si legge perché ci si vuole immergere nella
mentalità di un'epoca tenendo conto dell'ambiente in cui questo è stato
scritto. La Bibbia non è questo, si impone come un dogma da essere
rispettato, si impone come qualcosa di universale, valido in tutte le
epoche... le parole al suo interno sono legge.»
Un'altra protesta, molto comune, è che i pensieri contro le donne,
contro gli omosessuali, contro qualsiasi cosa (seriamente), siano
contenuti soltanto nel Vecchio Testamento. Il Nuovo Testamento sarebbe
una sorta di rivoluzione che cancella quelle leggi ingiuste, Gesù rende
tutto bello e migliore. Ma mi chiedo: davvero? Innanzitutto vorrei
rifarmi alla risposta di prima, ma in secondo luogo ci terrei a
precisare che questo atteggiamento nei confronti del Vecchio e Nuovo
Testamento mi confonde: i cattolici, in alcune occasioni, citano passi
del Levitico o comunque del V. T. per pronunciare le loro condanne; in
altre, invece, lo rinnegano? E poi, non è assolutamente vero che nel
Nuovo Testamento non siano più imposte leggi misogine, poco moderne e
bigotte.
«Non concedo a nessuna donna di insegnare, né di dettare legge all'uomo;
piuttosto se ne stia in atteggiamento tranquillo. Perché prima è stato
formato Adamo e poi Eva; e non fu Adamo ad essere ingannato, ma fu la
donna che, ingannata, si rese colpevole di trasgressione. Essa potrà
essere salvata partorendo figli, a condizione di perseverare nella fede,
nella carità e nella santificazione, con modestia» (1 Timoteto 2, 12)
In questo passo del Nuovo Testamento, si ribadisce il concetto secondo
cui la donna deve solo procreare e ubbidire, perché questi sono i suoi
unici scopi. La donna è vista solo come un oggetto da riproduzione,
niente più.
«La donna che ha un flusso di sangue per molti giorni, fuori del tempo
delle regole, o che lo abbia più del normale sarà immonda per tutto il
tempo del flusso, secondo le norme dell'immondezza mestruale. Ogni
giaciglio sul quale si coricherà durante tutto il tempo del flusso sarà
per lei come il giaciglio sul quale si corica quando ha le regole; ogni
mobile sul quale siederà sarà immondo, come lo è quando essa ha le
regole. Chiunque toccherà quelle cose sarà immondo; dovrà lavarsi le
vesti, bagnarsi nell'acqua e sarà immondo fino alla sera. Quando essa
sia guarita dal flusso, conterà sette giorni e poi sarà monda.»
(Levitico 15, 25) Qui vi è una somiglianza con il Corano (ne parlerò più
avanti). Ma soprattutto bisogna approfondire questo passo. Nella
credenza religiosa il ciclo mestruale era considerato impurità e
pentimento del peccato originale. «... l'impurità della donna che
partorisce rappresenta il peccato originale; l'impurità della donna
mestruata rappresenta il peccato dell'anima infiacchita dal piacere.»
Teologo Benediçti (1584) Summa dei peccati 3,1z
«Voglio però che sappiate che di ogni uomo il capo è Cristo, e capo
della donna è l'uomo, e capo di Cristo è Dio.» (1 Corinzi 11,3) Viene
imposta una gerarchia: l'uomo è superiore, la donna è inferiore e in
quanto tale deve ubbidire all'uomo, deve sottostare al suo volere. «Voi,
mogli, state sottomesse ai mariti, come si conviene nel Signore.»
(Colossesi 3, 18)
"Se [la donna] non cammina al cenno della tua mano, toglila dalla tua
presenza." (Siracide 25, 26) La donna deve essere sottomessa e deve
rispettare l'uomo. Se ciò non avviene, la donna deve essere ripudiata.
Vi è una somiglianza (molkto curiosa) con il Corano: «Se [lui] vi
ripudiasse, certamente il suo Signore vi sostituirebbe con delle spose
migliori di voi, sottomesse ad Allah, credenti, penitenti, adoranti,
osservanti il digiuno, già sposate [in precedenza] o vergini. Corano -
Sura LXVI, 5 Da sempre si pensa che il Corano è i musulmani siano più
rigidi a tal proposito e vi sia un maggior disprezzo nei confronti delle
donne, ma riflettete su questo: ci sono più somiglianze tra Bibbia e
Corano su pensieri che offendono in qualche modo la donna (e la
condannano: se la moglie non è vergine, deve essere lapidata sia per il
Corano che per la Bibbia) che la parola «uguaglianza» nella Bibbia
(soltanto tre volte, ahimé). Cosa vorrà dire questo?
Cosa dice l'esegesi (interpretazione modernadella Bibbia)? «... alle
donne conviene badare alla casa, dimorarvi appartate... Così la donna
non si occuperà affatto di faccende estranee alla vita domestica, ma
cercherà la solitudine nella sua casa, non andrà per la strada come
nomade, sotto gli sguardi della gente, salvo per recarsi al tempio»
Siracide, Versione e Note - Edizioni San Paolo, III Ed. 2002 - Sir 26
5-12 Viene approvata l'idea molto diffusa secondo cui la donna è fatta
solo per stare a casa, badare ai figli, cucinare e servire il marito. LA
donna non è indipendente, la donna non può nemmeno uscire di casa
perché il suo posto è quello.
La donna viene sminuita, disprezzata, svilita, denigrata e umiliata. Le
donne non avevano diritti e la Bibbia lo approva. La Bibbia è contro
ogni idea di progresso, è favorevole al femminicidio, ha le mani sporche
di sangue e una schiera immensa di donne e uomini che tacciono,
acconsentono e annuiscono.