domenica 27 settembre 2015

Renzi e Hollande: no a fili spinati in Europa

BERLINO . «L'Unione europea è nata per abbattere i Muri, non per costruirne di nuovi. Se oggi accanto a Italia, Francia, Germania e agli altri fondatori, ci sono altri paesi nella Ue, è perché qualcuno ha abbattuto un Muro e dato possibilità di benessere, libertà e futuro». Così il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, accogliendo a Modena il capo dello Stato francese, François Hollande in occasione di un bilaterale, di cui si è parlato anche di migranti.
«L'Europa non è solo una comunità di regole, ma soprattutto una comunità di valori, ideali», ha aggiunto Renzi. Al suo fianco Hollande, ha sollecitato decisioni concrete, o sarà la fine di Schengen. «Renzi lo ha detto - aggiunge - l'Europa sta attraversando un momento storico particolare e vorremmo superare questa prova con la solidarietà». Poi, il presidente francese chiede all'Ue di «aiutare la Turchia a tenere i rifugiati che arrivano nel Paese».
«L'Italia è solita fare la sua parte - ha ribadito Renzi, Nelle prossime ore discuteremo per affermare un'idea di Europa in cui tutti fanno la loro parte, con diritti e doveri legati all'appartenenza alla Ue». Una critica appena velata a Regno Unito e paesi dell'Est, che fanno muro appunto contro l'equa ripartizione dei rifugiati. «L'Italia - ha poi sottolineato il presidente del Consiglio - ribadisce la disponibilità a creare gli hotspot e gestire in modo organico con un approccio globale le politiche di ammissione ed equa distribuzione di chi arriva nel territorio europeo. Appartenere all'Europa significa avere doveri, non solo diritti».
Poche ore prima, al salone dell'auto di Francoforte, la cancelliera Angela Merkel lanciava un appello ai grandi costruttori dell'auto tedeschi: «Assumete quanti più migranti possibile, prendiamo la sfida della grande ondata di migranti in modo positivo: è segno che siamo un paese-modello».
Su queste linee si confronteranno Renzi, Merkel, Hollande e gli altri leader Ue nel vertice europeo straordinario di mercoledì prossimo sull'immigrazione, annunciato ieri a Bruxelles dal capo dell'esecutivo Ue, l'ex premier liberal polacco Donald Tusk, mentre il parlamento europeo ha votato ieri con procedura d'urgenza e a larga maggioranza l'ok al piano della commissione europea per il meccanismo temporaneo di ricollocamento di 120mila profughi, con quote obbligatorie. Anche se il tavolo per chiudere un accordo, sarà quello del vertice straordinario dei ministri degli Interni del 22 settembre.
E ieri in visita a Budapest, il commissario europeo all'Immigrazione Avramopoulos ha ammonito che «i muri non sono accettabili ». Ma intanto la Slovenia ha introdotto controlli ai confini, mentre la Bulgaria ha schierato un migliaio di soldati alla frontiera con la Turchia.
Andrea Tarquini

(Repubblica 18 settembre)