martedì 2 febbraio 2016

Petrolio a picco, guai in vista per l’Arabia Saudita

Per la prima volta nella storia l'Arabia Saudita si trova a corto di soldi. Nel 2014 il deficit è stato di cento miliardi di dollari e nel 2015 sarà certamente più alto. Secondo il Fondo monetario internazionale se il prezzo del petrolio rimane sotto i 50 dollari al barile, l'Arabia Saudita potrebbe finire il contante, e cioè trovarsi senza riserve monetarie, nel giro di cinque anni.
Poche cifre bastano per illustrare questo scenario: il settore energetico contribuisce per il 75 per cento al bilancio saudita e il prezzo del petrolio è passato da cento dollari al barile nel 2014 a 36 dollari all'inizio del 2016. Il primo segno della crisi finanziaria è stata la decisione, presa all'inizio dell'anno, di aumentare del 50 per cento il prezzo della benzina in Arabia Saudita, che precedentemente costava appena 16 centesimi al litro. L'aumento del costo della benzina è solo il primo passo verso cambiamenti radicali nella gestione del Paese legati alla crisi economica. Nei prossimi mesi saliranno anche le bollette dall'acqua e quelle dell'elettricità mentre la spesa pubblica subirà grossi tagli, a parte quella della difesa che rimane la più alta al mondo, 11 per cento del Pil.
Tirare la cinghia in Arabia Saudita è però pericoloso. Da sempre il governo ha usato la sua vasta ricchezza petrolifera per offrire benefici generosi ai suoi cittadini e così facendo ha evitato il malcontento. Quando la primavera araba ha scosso il Medio Oriente nel 2011, per esempio, la monarchia aumentò la spesa pubblica per sopprimere qualsiasi movimento popolare di protesta. Tra i privilegi offerti, sussidi per l'acqua e l'elettricità, assistenza sanitaria gratuita e assenza di tasse sul reddito.
Il 2016 non sarà un anno facile!
Loretta Napoleone

(Il  Venerdì 22 gennaio)