mercoledì 10 febbraio 2016

UNA LETTERA

Caro don Franco,
una cosa mi appare chiara il Signore traccia strade inconsuete. Sono arrivato sul suo blog oggi per la prima volta leggendo di san Pio da Pietrelcina e mentre leggevo, continuamente mi chiedevo: l’avranno lasciato prete? La sua chiusa su Fratel Arturo mi ha definitivamente rassicurato sulla sua bontà di pastore di anime, anche se ho visto che l’hanno esiliata. Ho avuto modo di incontrare Arturo Paoli e di lavare i piatti e di spazzare per terra a San Martino in Vignale è stato quello un dono che terrò vicino sino a quando ci incontreremo nella casa del Signore e se ci saranno da lavare i piatti di fratel Arturo dirò: eccomi.
La sua analisi sul fenomeno San Pio è davvero illuminante non posso che condividere. Ma perché questo passo di Papa Francesco? Perché?  Badi non sono uno dei tanti che si sono illusi dell’avvento del tempo dello Spirito e  non sono nemmeno uno di quelli che dicono: “io sono ateo però Papa Francesco… quello sì… “ no, io sono un cattolico disperato, sconfitto, potrei essere un cristiano del bisogno vista la mia povertà materiale e spirituale, vivo nel peccato, scomunicato da divorziato risposato, ma ugualmente cerco il Cielo, però  ecco dal Papa mi aspettavo  almeno il ritorno di un po’ di serietà evangelica e teologica quello sì, quello sì me lo aspettavo. In fondo anche fratel Arturo si è incontrato con il Santo Padre, perché allora questa macabra messinscena.
Cosa dobbiamo aspettarci da questo Papa?  
Mi scusi se mi sono permesso di scriverle e se sono stato un po’ lungo e mi permetta di salutarla come mia madre mi ha insegnato a salutare i sacerdoti. Lei è sacerdote e nessuno potrà mai negarglielo.  
Sia Lodato Gesù Cristo.
Lettera firmata