martedì 25 ottobre 2016

Talebani della Bibbia
Colloquio con Alberto Maggi di Francesca Sironi

Teologo, biblista, Alberto Maggi è una delle voci più contemporanee del cattolicesimo italiano. Il suo "Vangelo della Domenica" viene trasmesso su YouTube e a Montefano, vicino a Macerata, dirige il Centro Studi Biblici "G. Vannucci". «Cerco di proporre una liturgia diversa per dare vita alla parola di Dio, non tenerla imbalsamata in quel rito funebre in cui sembrano ridotte alcune messe», afferma.
Cosa pensa dei pentecostali?
«La lettura della Bibbia promossa da alcuni gruppi pentecostali è una lettura fondamentalista».
Fondamentalista?
«Sì. Non tengono conto dei diversi generi letterari in cui sono espresse le Scritture. Non pongono gerarchie fra una norma del Levitico e un versetto del Vangelo. Di ogni cosa affermano: "È scritto, quindi è così"».
E questo cosa significa?
«Significa accettare come parola di Dio anche certe pagine tremende: punizioni, guerre, omicidi. E prendere per fatti storici episodi che invece non lo sono».
Ad esempio?
«Il miracolo del profeta Eliseo narrato nel Secondo Libro dei Re, dove Eliseo maledice nel nome del Signore alcuni bambini che lo avevano preso in giro per la calvizie, e "due orse sbranarono quarantadue di quei ragazzini"».
Anche alcuni pastori pentecostali affermano che quelle pagine buie vanno interpretate alla luce del "Vangelo dell'amore" di Gesù.
«È Gesù con il suo messaggio d'amore universale il criterio per interpretare tutta la Scrittura, sia per l'antico sia per il nuovo testamento».
Lei si è mai confrontato con delle chiese pentecostali sull'analisi testi?
«Spesso mi hanno chiamato a parlare, e molti usano i miei commenti sul Vangelo»
Cosa pensa del loro successo?
«Penso che abbiano una liturgia più viva di quella cattolica, che abbiano restituito alla preghiera il suo carattere gioioso, non di piagnisteo, e questo è molto positivo. Anche la loro vita di comunità è più intensa. Però c'è anche altro».
Prego.
«L'atmosfera di fanatismo di alcuni gruppi pentecostali, la forza di attrazione che esercitano sulle persone deboli. Riescono spesso a manipolare le folle, parlando alla pancia della gente: garantendo attraverso la preghiera il loro benessere».
C'è poi il tema delle guarigioni.
«Altro problema: promettere la liberazione dalle malattie con la preghiera piacerebbe a tutti. Chiuderebbero gli ospedali. Ma purtroppo non è così».
Francesca Sironi e Mario Spada

(L'Espresso 16 ottobre)